L’OCSE, dopo aver dato mandato al suo organo operativo ISTITUZIONI DEMOCRATICHE E DIRITTI UMANI (ODIHR) di compiere indagini puntuali, ha reso pubblici tutti i dati in un lungo rapporto.
Come tutti ben sappiamo le elezioni amministrative tenutesi lo scorso mese di giugno (esattamente il giorno 30 giugno) si sono svolte in un clima di totale confusione, in parte anche voluta, che ha partorito risultati di dubbia partecipazione democraticamente attiva ed attivata.
Tra i primi elementi su cui il rapporto pone forte luce è il fatto che le elezioni si sono svolte in assenza di una opposizione, che aveva reso manifesta la sua non partecipazione.
Conseguenza diretta ed ineluttabile di questa assenza è stata l’unilateralità della scelta, che ha – come ulteriore aggravante – spento l’entusiasmo dei cittadini d’Albania, ai quali il diritto di voto libero e democratico è stato così violato.
Il rapporto continua riportando che in 31 dei 61 comuni in cui si svolgevano le elezioni i candidati non avevano avversari e quindi i giochi erano fatti aprioristicamente.
La votazione si è svolta in modo pacifico, lo spoglio delle schede è avvenuto senza troppi problemi, sebbene in alcuni casi non sono state rispettate in modo pedissequo le regole previste.
Riportiamo un passo del rapporto: “Le liste degli elettori mostravano firme praticamente identiche, il che è una prova che qualcun altro ha votato. L’elenco contiene firme identiche per conto di alcune persone, fatto che suscita il sospetto che il numero di elettori sia stato aumentato artificialmente, con una persona che ha votato per conto di altre…I cittadini, in particolare quelli che lavorano per la pubblica amministrazione, hanno subito pressioni dirette e indirette per esprimere le loro preferenze politiche.”
A conclusione del rapporto l’OCSE invita: “le autorità e i partiti politici ad adottare misure per eliminare il problema dell’abuso delle risorse amministrative durante e tra le elezioni, adottando misure per garantire che gli elettori non siano sottoposti a pressioni politiche. Le forze dell’ordine sono tenute a indagare con attenzione, tempestività e trasparenza su tutti i casi di violazioni della legge elettorale. Il governo dovrebbe stabilire una procedura per consentire ai dipendenti della pubblica amministrazione di denunciare le pressioni politiche che potrebbero essere state fatte sul posto di lavoro. Queste persone devono avere la protezione totale garantita dalla legge.”