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Personalità, stati d’animo, desideri e passioni. Quando il remoto li rende pubblici

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In questi giorni, mia figlia di sette anni, come molti altri bambini d’Italia, purtroppo per loro e per tutti noi, è in DAD (Didattica A Distanza).

Osservando questa mia adorata creatura, tutta intenta a far calcoli di algebra davanti al proprio dispositivo portatile, mai come adesso, sano dispensatore di utilissime e – soprattutto – veritiere nozioni (no fake dalle maestre o almeno si spera), ho ben notato che aveva dietro di sé un fantastico sfondo tema mare, poi trasformatosi in innevata montagna nell’ora d’italiano, in New York by night in quella d’Inglese e così scegliendo…

Gettando lo sguardo sul foglio di lavoro virtuale della giovane studentessa, ho visto che quasi tutti i suoi compagni di classe avevano, come lei, impostato sfondi coloratamente evocativi; cuoricini, cavalli, fuochi d’artificio, stelle cadenti… un tripudio di effetti strabilianti, da rendere anche la più noiosa delle materie una “accattivante” lezione da non perdere. Anche l’occhio vuole la sua parte.

Ogni bambino aveva scelto il proprio sfondo. L’immagine dello schermo da condividere con gli amici e gli insegnanti.

E non era casuale anche quando poteva sembrare che così fosse.

Ognuno di loro si era chiaramente espresso, evidenziando personalità, stati d’animo, desideri, passioni.

Mia figlia, ad esempio, ama follemente viaggiare ed ecco che nell’intervallo di poche ore, aveva optato per un viaggio intorno al mondo (più o meno).

Il “remoto”, dunque, racconta molto di noi.

C’è chi non mette sfondi durante le proprie riunioni on line perché non è appassionato di simili tecnologici prodigi. Preferisce far bella mostra dell’elegante angolo tutt’intorno alla propria postazione di lavoro. O magari, molto più semplicemente, non ha nel proprio dispositivo la funzione per caricarlo.

Tra questi soggetti ci sono coloro i quali non si curano per niente di come appariranno cose, oggetti, complementi di arredo e orpelli vari dietro le loro spalle. Trattasi dei cosiddetti (da me) “poco curanti dell’apparenza, molto concentrati sulla sostanza”. Personalità curiose. Non di rado spettinati, senza trucco, vestiti con abiti comodi e caldi (se inverno); in fondo sono a casa mia.

Spiccano nella categoria dei “no sfondo virtuale. Sì immagine reale” tutte quelle persone che preparano a tavolino il loro virtuale meeting, curandone ogni dettaglio al limite della pignoleria più … pignola. Studiano le luci. Scelgono la disposizione dei libri. Appuntano tutte le matite. Si pettinano, truccano (anche gli uomini), si vestono come mai avrebbero fatto per una riunione in ufficio. Tipi precisi. Tanto precisi da palesare in modo inequivocabile un’insicurezza di fondo, che li spinge a raggiungere quella perfezione assoluta, che forse nel mondo virtuale ha più possibilità di essere raggiunta.

Curioso è, molto di più, osservare gli sfondi di chi mette sfondi.

Inconsapevolmente ci vuole dire che…

Cuori rossi e rosa. Sono un inguaribile romantico.

Fiori colorati. Quanto meraviglioso sarebbe se potessimo vivere nel mondo delle favole.

Piante verdi. Sono un ambientalista o più semplicemente amo la natura.

Skyline di città degli USA. Potessi mi comprerei un loft nel cuore della Grande Mela.

Animali a scelta. Dimmi che animale scegli e saprò quale vorresti avere.

Libri ben riposti. Non ci crederete mai, ma io amo la lettura.

Segni zodiacali (uno). Di che segno sei? Attento a quello che rispondi o non potrò accettare il tuo invito a cena.

Fuochi d’artificio interattivi. Che noia.

Candies di tutto un po’. Finiamo presto che ho voglia di qualcosa di buono.

Potrei proseguire senza fine, ma mi fermo qui.

Certo è che lo sfondo, anche lui, non è più lo stesso, caricandosi di valenze del tutto nuove, che si sappia o meno.

Bei tempi quando si trascorrevano ore e ore (esagerata) alla ricerca di quello giusto per il display del cellulare, da ammirare nei momenti di annoiata pausa o da caricare nel lap di lavoro, che ci mettesse allegria tra un incarico e l’altro.

Erano spesso immagini personalissime, talora intime; noi soli e pochi fidati il loro potenziale e reale pubblico.

Anche quegli sfondi dicevano molto di noi, personalità, stati d’animo, desideri e passioni, ma a nessun altro se non a chi li avesse scelti, cioè noi (perdonate  il bisticcio).

I nuovi sfondi, invece, ci mettono a nudo, rendendo pubblico, troppo pubblico, qualcosa che sarebbe bene condividere, ancora, nell’intimo.

E voi, chi siete?

Ludovica Ambrogetti

 

 

 

 

 

 

 

 

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