Il MOSE, Modulo Sperimentale Elettromeccanico, è un progetto del 1976 i cui lavori, dopo un lunghissimo iter progettuale e decisionale, hanno avuto inizio nel 2003.
E’ un’opera di alta ingegneria finalizzata a difendere la città di Venezia dagli allagamenti, senza modificare i naturali scambi idrici alle bocche di porto, priva di pile intermedie fisse nei canali e nelle bocche di porto, che non interferisce con il paesaggio e le attività economiche che vi si svolgono.
Il MOSE sono in buona sostanza 4 barriere costituite da 78 paratoie mobili e dotate di movimento indipendente l’una dall’altra atte a proteggere Venezia da eventi eccezionali di marea, per una altezza massima di 3 metri, e da un innalzamento del livello del mare pari a 60 cm.
L’intero intervento su carta aveva un costo iniziale di 5.493 milioni di euro, ma “qualcosa” in più è costato alla collettività (siamo intorno ai 7 milioni), senza mai essere entrato in funzione.
Nel giugno del 2014 la magistratura ha ordinato 35 arresti e più di 100 persone, tra cui politici e pubblici funzionari, sono state indagate per tangenti, false fatturazioni e fondi neri legati al progetto MOSE.
Per garantire comunque la prosecuzione dei lavori, il Governo italiano di allora nominò 3 Amministratori Straordinari.
L’ex Ministro Toninelli recentemente ha nominato un super-commissario con facoltà superiori agli altri 2 (il terzo non è mai stato integrato).
Le vicende politiche italiane hanno pesantemente influito sulla stasi del progetto che di fatto non è mai partito, sebbene si vociferi che gli stipendi medi dei responsabili si aggirino attorno ai 240 mila euro l’anno, ad oltranza…esattamente come l’acqua dell’adriatico che continua ad entrare…