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UNIVERSITA’ DI TRENTO. FASE 2 SENZA TAMPONI PUÒ PORTARE A 70 MILA MORTI. LOCK DOWN ALTRI 2 MESI NEUTRALIZZA L’EPIDEMIA

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Le conclusioni di uno studio dell’Università di Trento coordinato dalla dottoressa Giulia Giordano, ricercatrice.

Giordano dell’Università di Trento: “Una fase 2 senza tamponi può portare a 70 mila morti”

Intervista al sito repubblica.it: “Il lockdown per altri uno-due mesi porterebbe ad esaurire l’epidemia. Con test frequenti ed estesi, a fine anno 30-35 mila decessi”

TRENTO. Allentare le misure di prevenzione in maniera indiscriminata? Può portare a 70 mila vittime. Lo dichiara al sito repubblica.it Giulia Giordano, prima autrice dello studio e ricercatrice del dipartimento di ingegneria industriale all’Università di Trento.

“Abbiamo fatto almeno tre ipotesi diverse. Con il mantenimento di un lockdown ferreo l’epidemia si esaurirebbe in uno-due mesi. Passando alla fase due senza tamponi e senza controllo dei contatti potremmo arrivare a 70 mila vittime e i contagi resterebbero sostenuti: alla fine dell’anno l’epidemia sarebbe ancora in corso e la conta dei morti continuerebbe nel 2021. Allentando il lockdown, ma mantenendo l’attenzione estremamente alta sui nuovi focolai, con test fatti rapidamente ed estensivamente, l’epidemia resterebbe più o meno ai livelli di contrazione attuale, con un tasso di replicazione di 0,77, leggermente superiore a quello di oggi, e si concluderebbe entro l’anno con un numero totale di vittime fra 30 e 35 mila”.

Lo studio. Una massiccia campagna di test e il tracciamento dei contatti dei casi positivi al Covid-19 sono le due condizioni essenziali affinché la riapertura in Italia non determini esiti drammatici: a indicarlo è un nuovo modello epidemiologico pubblicato sulla rivista Nature Medicine dall’Università di Trento in collaborazione con l’Università e il Policlinico San Matteo di Pavia, l’Università di Udine, il Politecnico di Milano e l’Istituto di elettronica e di ingegneria dell’informazione e delle telecomunicazioni (Ieiit) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Il nuovo modello, chiamato , «distingue le persone infette diagnosticate col tampone da quelle infette sfuggite ai test: queste ultime, per quanto invisibili, sono abbastanza numerose per continuare a sostenere la diffusione dell’epidemia», aveva spiega all’Ansa Giordano.

(FONTE: altoadige.it)

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