L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno condannato gli atti violenti avvenuti durante la manifestazione dell’opposizione di centrodestra dell’8 dicembre a Tirana nella quale venivano chieste le dimissioni del governo del premier Edi Rama e la costituzione di un esecutivo tecnico che organizzi le elezioni anticipate. sono stati lanciati sassi e fumogeni in direzione del palazzo di governo, rompendo anche i vetri della porta di entrata principale. I dimostranti hanno inoltre incendiato un bunker simbolico costruito nei pressi del ministero dell’Interno, nell’ambito di un progetto per aprire al pubblico i tunnel sotterranei del regime comunista. Gli ex detenuti politici e l’opposizione hanno considerato questa costruzione una provocazione che “vuole rievocare i simboli della dittatura”. In un comunicato diffuso dalla delegazione dell’Unione europea a Tirana si legge che “durante la protesta si sono registrati una serie di atti di violenza e vandalismo. Il ritorno alla violenza è inaccettabile”, si sottolineato inoltre che “il diritto dei cittadini ad esprimere il proprio malcontento tramite le proteste pacifiche è un diritto fondamentale della democrazia moderna europea e come tale va conservato”.
Dello stesso avviso, anche l’ambasciata Usa a Tirana secondo la quale “lanciare sassi e dare alle fiamme delle strutture pubbliche e danneggiare la proprietà pubblica non è conforme ai valori democratici”. L’ambasciata Usa ha inoltre rivolto un appello al Partito democratico di Basha e a tutte le altre forze politiche di “respingere tali atti e fare tutti i passi necessari per garantire che in futuro le proteste rimangano pacifiche e costruttive”. La delegazione dell’Ue a Tirana, da parte sua, ha voluto ricordare come l’Albania “deve affrontare una difficile agenda di riforme relative al suo percorso di integrazione europea”, invitando così “tutti i partiti politici, ed in particolare l’opposizione a condannare la violenza ed impegnarsi in un dialogo politico costruttivo”.