Una domanda interessante.
Vi concediamo qualche minuto per rifletterci, senza andare subito a leggere la risposta.
Avete trovato la soluzione all’”arcano” enigma?
Adesso potete leggere come la scienza risponde esaustivamente a questo interrogativo.
Che tipo di palla rimbalza più in alto: di acciaio, vetro o gomma?
In ordine, di vetro, di acciaio e infine di gomma.
PERCHE’?
Quando una palla colpisce il terreno, l’energia del suo movimento verso il basso si perde parzialmente con l’impatto.
Questa energia viene assorbita dalla superficie della palla che si comprime oppure rilasciata sotto forma di calore.
In generale, più è dura la palla e meno energia perde (le palle morbide si schiacciano).
Ciò presuppone una superficie dura.
La capacità di rimbalzare non riguarda solo l’oggetto che rimbalza ma anche il materiale su cui rimbalza.
Se fate cadere una biglia o un cuscinetto a sfere su sabbia soffice, nessuno dei due rimbalza.
Tutta l’energia viene ceduta alla sabbia.
Fate cadere l’una o l’altra su una incudine di acciaio e rimbalzeranno più di una palla di gomma che precipita dalla medesima altezza.
COR, OVVERO COEFFICIENTE DI RESTITUZIONE
Il termine scientifico che indica la capacità di un oggetto di rimbalzare è “coefficiente di restituzione” o Cor.
E’ una scala che misura l’energia persa da un materiale al momento dell’impatto.
Va da zero per una perdita totale di energia a uno per nessuna perdita.
La gomma dura ha un Cor di 0.8, una palla di vetro può arrivare ad un Cor di 0.95.
Purché non si frantumi con l’impatto, ovvio…
Strano ma vero, nessuno sa di preciso perché e come si rompe un vetro.
QUANDO UN VETRO SI ROMPE, PUO’ ACCADERE DI TUTTO
Il terzo convegno FLOW AND FRACTURE OF ADVANCED GLASSES, tenutosi nel 2005 con la partecipazione di decine di scienziati di tutto il mondo, non è riuscito a giungere a una condivisa conclusione.
Il vetro infatti non è un solido normale, ma amorfo.
Il vetro fuso si solidifica così in fretta che le sue molecole non hanno il tempo di sistemarsi in un reticolo cristallino regolare.
Questo è dovuto alla presenza di piccole quantità di soda e calce viva che interferiscono con la struttura degli atomi di silice durante il processo di raffreddamento.
Senza queste componenti, la silice si raffredderebbe più lentamente formando un quarzo ordinato e regolare dal punto di vista chimico, ma certamente meno utile.
Alcuni scienziati ipotizzano che disponendo di un tempo sufficiente, forse miliardi di anni, anche le molecole del vetro potrebbero allinearsi formando un vero solido.
Per adesso, comunque, sono simili ad auto in un ingorgo: vorrebbero disporsi in uno schema ordinato, ma non possono perché le altre auto glielo impediscono.
Il risultato visibile di questo caos sottostante è quel materiale levigato, trasparente, misterioso chiamato vetro.