Un articolo che non riconosciamo nei contenuti e per questo siamo felici di condividere con voi.
Che ne pensate? E’ vero che i giovani sono tanto poco consapevoli del reale status dell’ambiente tutt’intorno?
Secondo noi, no.
Leggete.
Giovani sottovalutano problemi ambientali a causa di una “amnesia generazionale”
Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Royal Holloway, dell’Università di Londra e dell’ente di beneficenza internazionale per la conservazione ZSL (Zoological Society London), i giovani avrebbero difficoltà a comprendere gli odierni problemi ambientali, rispetto alle generazioni più vecchie, a causa di un fenomeno conosciuto come Shifting Baseline Syndrome (SBS).
Secondo i ricercatori la conoscenza naturalistica viene “persa per generazioni senza che le persone se ne accorgano”, una sorta di “amnesia generazionale”.
Si verrebbe dunque a creare un divario per quanto riguarda la conoscenza dell’ambiente naturale e la percezione degli stessi dati ambientali che ostacola gli sforzi portati avanti dalle varie organizzazioni e da molti ricercatori per sottolineare quanto sia urgente portare avanti azioni decise in favore dell’ambiente e delle specie in declino.
Con ogni nuova generazione, infatti, secondo i ricercatori, le condizioni ambientali vengono percepite sempre come più “normali” e ciò porta evidentemente ad una sottostima del cambiamento ambientale di lungo periodo, quello che sta avvenendo durante questi decenni e che sta attraversando varie generazioni.
Questo studio porta delle prove empiriche per questo fenomeno utilizzando i dati di questionari on-line sulla conoscenza dell’ambiente e per capire le percezioni del pubblico sui cambiamenti biologici a lungo termine riguardanti varie specie di uccelli del Regno Unito.
I risultati mostravano, secondo i ricercatori, l’effettiva esistenza della Shifting Baseline Syndrome.
“È necessaria una maggiore comunicazione intergenerazionale sull’ambiente e le questioni di conservazione. Le persone tendono a confrontare le condizioni ecologiche attuali con i punti di riferimento stabiliti nella propria esperienza, dimenticando o ignorando preziose informazioni storiche”, spiega Lizzie Jones, l’autrice principale dello studio nonché studentessa del Dipartimento di Scienze Biologiche alla Royal Holloway.
(notiziescientifiche.it)