L’Albania è un Paese con forti potenzialità di crescita e stabile sotto l’aspetto istituzionale. Negli ultimi anni il Paese ha compiuto significativi progressi verso un’economia di mercato moderna con tassi di crescita intorno al 6% fino a tutto il 2009. In seguito, analogamente a quanto accaduto per altri Paesi della regione, ha risentito degli effetti della crisi economica e finanziaria internazionale, con tassi di crescita via via sempre inferiori.
Gli ultimi dati sul PIL pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (INSTAT), relativi al II trimestre 2014, evidenziano una performance negativa dello 0,61%. Nonostante ciò, le proiezioni di fine anno sia della Banca d’Abania (+2,1) sia del FMI (+2%) fanno presupporre un risultato migliore rispetto al 2013, che ha chiuso con un +1,39%. Tali proiezioni coincidono peraltro con quelle della Banca Mondiale, che nel suo ultimo rapporto “Global economic prospects” prevede inoltre una crescita economica del 3,3% nel 2015 e del 3,5% nel 2016.
I dati sull’interscambio commerciale e sugli investimenti riferiti al 2013 forniscono un quadro abbastanza confortante sulla situazione economica. Secondo i dati definitivi INSTAT per il 2013, il volume dell’interscambio complessivo dell’Albania risulta pari a 5,4 miliardi di Euro, in aumento del 2,7% rispetto al 2012. Il disavanzo della bilancia commerciale si è ridotto scendendo a 1,9 miliardi di euro (-14% rispetto al 2012), grazie ad una pur lieve contrazione delle importazioni (-2%) ed all’incremento delle esportazioni (+16%). I principali fornitori risultano essere l’Italia (33,2%), la Grecia (8,9%) e la Cina (6,8%). I principali clienti risultano invece essere l’Italia (46,3%), la Spagna (9,8%) ed il Kosovo (6,6%). I Paesi dell’UE risultano detenere il 68% della quota di mercato. Dopo l’Italia, di gran lunga primo partner commerciale con il 37,47% della quota complessiva di mercato, figurano la Grecia (7,05%), la Cina (6,11%), la Turchia (5,53%), la Germania (5,20%) e la Spagna (4,22%). Anche i dati relativi ai primi 8 mesi del 2014 confermano queste tendenze, con un aumento complessivo del volume dell’interscambio pari al 7,57% rispetto all’analogo periodo del 2013.
Nel periodo 2000-2013 lo stock degli investimenti diretti esteri (IDE) in Albania ha superato i 4,4 miliardi di Euro. Nel 2013 il flusso degli IDE in entrata nel Paese ha raggiunto la quota di 2.854 milioni di Euro, registrando una contrazione del 12,5% rispetto al dato del 2012. Oltre il 50% del volume degli IDE in Albania è rappresentato da investimenti nel settore dei servizi, dei trasporti, della comunicazione e del sistema bancario.
I settori maggiormente attraenti possono essere considerati: l’energetico, l’edilizio, il minerario ed estrattivo, il manifatturiero (tessile e calzaturiero), il turistico e l’agricolo.
L’economia sommersa rappresenta una percentuale ancora molto elevata del PIL. Secondo l’FMI, il Governo albanese dovrebbe impegnarsi maggiormente nei confronti della lotta all’economia informale, sostituendo alle sanzioni amministrative – che favoriscono la corruzione – le auto-dichiarazioni e gli incentivi all’emersione delle attività economiche.