Unghie e capelli non crescono affatto dopo la morte. Si tratta di una leggenda popolare.
“Per 3 giorni dopo la morte unghie e capelli continuano a crescere, mentre le telefonate si assottigliano”.
Johnny Carson.
E’ forse da qui che prende vita la credenza secondo cui qualcosa di noi continua a “vivere”, dopo che il cuore abbia smesso di battere.
Ma è più probabile che la battuta si sia ispirata, a sua volta, al brano tratto da “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, in cui in narratore Paul Baumer si trova a commentare così la morte del caro amico Kemmerich: “Mi viene in mente che queste unghie continueranno a crescere come spettarli fungosità sotterranee, un pezzo ancora dopo che Kemmerich avrà cessato di respirare. Vedo la cosa come se l’avessi davanti agli occhi, le unghie si torcono a guisa di cavaturaccioli, e crescono crescono, e con esse i capelli del cranio putrefatto, come l’erba su buona terra: chissà come…”
In realtà, nonostante l’affascinante suggestione, unghie e capelli non crescono affatto dopo la morte fisica.
Si tratta di una illusione dovuta al fatto che il corpo si disidrata e la pelle si ritira, facendo apparire tutto ciò che vi sia “legato” molto più lungo di quanto non lo sia nella realtà.
Vero è, invece, che dopo la nostra morte il nostro corpo si ricopre di vita…altrui.
Batteri, scarafaggi, vermi ed acari iniziano a banchettare lucullianamente, contribuendo al processo di decomposizione.
Tra questi organismi, vi è il “gobbo” o “mosca delle bare”, della famiglia delle phoridae, che è in grado di passare tutta la vita all’interno di un cadavere.
La mosca delle bare va ghiotta del corpo umano e per raggiungerlo può anche scavare oltre 1 metro sotto terra.
Non a caso le phoridae vengono impiegate per controllare le infestanti popolazioni di formiche del fuoco: il gobbo depone le uova nella loro testa permettendo alle larve di crescere e poi volare via come goffe mosche.