Queste le recenti acquisizioni di uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Chicago e firmato dal Prof. Nicolas Epley.
Parlare con gli animali, rapportarsi con loro come fossero essere umani, in grado di comprendere i nostri messaggi verbali e non solo, non è più una pretesa da intendere come folle ed insana, tutt’altro.
E’ una espressione “elevata” di quella forma di intelligenza che viene definita “emotiva”, di cui vi invitiamo a leggere il nostro articolo http://www.ponteadriatico.it/socialita/view?id=148&lang=it.
Secondo i ricercatori statunistensi, dunque, trattare gli animali alla stessa stregua degli esseri umani è un atteggiamento tipico di coloro i quali sono dotati di empatia, grazie alla quale riescono ad interagire realmente con gli animali, ricevendo e regalando loro forti emozioni.
Non tutti sono dotati di intelligenza emotiva e quindi non tutti sono in grado di “parlare con esseri che non siano umani”, come del resto non tutti sono in grado di dialogare anche con i loro simili umani, ma questo è un altro discorso.
Si chiama antropomorfismo la tendenza ad attribuire agli animali ed a tutti gli esseri anche quelli inanimati, come pure certe manifestazioni naturali, caratterizzazioni tipicamente umane.
L’esempio più illustre di antropomorfismo è il mondo Disney; ogni creatura si comporta, si esprime e si rapporta come noi umani, pur non essendolo.
In ultimo il movie, uscito nelle sale in questi giorni, “Il Re Leone”, in cui il mondo animale è protagonista di una storia, che prende vita e si articola come recitata da attori reali.
E dal mondo Disney giungono, sempre rinnovate, le più grandi emozioni che ricordiamo tutti, dalla primissima età.
E’ vero, dunque, che empatizzando ci si emoziona ed emozionandoci ci si sente vivi.
Mai più tacciare di insania chi parla col proprio pesce rosso, dunque!