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Papa Francesco non esclude viaggio a Kiev

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LA VALLETTA (Malta) – La possibilità che Papa Francesco si rechi a Kiev non è remota. A dare forza a questa ipotesi è stato lo stesso Pontefice parlando con i giornalisti sul volo che lo stava portando da Roma a Malta. Il Santo Padre ha poi parlato del suo dolore al ginocchio, a causa del quale è salito in aereo grazie ad un ascensore: “in certi giorni il dolore al ginocchio non lo sento proprio se paragonato al dolore per la guerra in Ucraina”, ha spiegato il Papa.

“La casa dell’Unione europea è stata edificata perché vi abiti una grande famiglia unita nel custodire la pace”, ha detto Santo Padre nel suo discorso alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico, al Palazzo Gran Maestro della Valletta, a Malta. Francesco ha poi continuato: “Unità e pace sono i doni che il popolo maltese chiede a Dio ogni volta che intona l’inno nazionale. La preghiera scritta da Dun Karm Psaila recita infatti: ‘Dona, Dio Onnipotente, saggezza e misericordia a chi governa, salute a chi lavora, e assicura al popolo maltese unità e pace’. La pace segue l’unità e sgorga da essa. Ciò richiama l’importanza di lavorare insieme, di anteporre la coesione a ogni divisione, di rinsaldare radici e valori condivisi che hanno forgiato l’unicità della società maltese”. Francesco ha infine osservato: “Ma per garantire una buona convivenza sociale, non basta consolidare il senso di appartenenza; occorre rafforzare le fondamenta del vivere comune, che poggia sul diritto e sulla legalità. L’onestà, la giustizia, il senso del dovere e la trasparenza sono pilastri essenziali di una società civilmente progredita”.

Papa Francesco durante il suo discorso a La Valletta ha parlato nuovamente dell’Ucraina: “Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano – ha detto il Papa – ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti”. Il Santo Padre quindi ha nuovamente sottolineato le responsabilità dei potenti che hanno deciso per la guerra in corso: “Mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti – ha osservato – la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà. Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, non facciamo svanire il sogno della pace”. Il Pontefice ha poi sottolineato che “serve una misura umana” davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una “guerra fredda allargata” che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni!”. papa francesco, malta, ucraina, pace

Il Pontefice ha dunque osservato: “Quell’infantilismo, purtroppo, non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, nei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri. Da qui comincia a soffiare il vento gelido della guerra, che anche stavolta è stato alimentato negli anni. Sì, la guerra si è preparata da tempo con grandi investimenti e commerci di armi. Ed è triste vedere come l’entusiasmo per la pace, sorto dopo la seconda guerra mondiale, si sia negli ultimi decenni affievolito”. Il Papa ha espresso il suo rammarico parlando dei “pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e zone d’influenza. E così non solo la pace, ma tante grandi questioni, come la lotta alla fame e alle disuguaglianze sono state di fatto derubricate dalle principali agende politiche”, ha concluso Bergoglio.

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