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Energodar, le forze russe sparano sulla folla

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KIEV – Una manifestazione si è tenuta nella città ucraina di Energodar, occupata dalle forze russe. La folla è stata poi dispersa da colpi di mortaio e granate assordanti da parte dei militari di Mosca che avrebbero feriti quattro cittadini ucraini. Lo riferisce l’emittente britannica “Bbc” che rilancio un video si vedrebbero le conseguenze di esplosioni provocate da granate stordenti lanciate in una piazza vicina al principale centro culturale del Paese. Le autorità ucraine hanno riferito di bombardamenti russi contro la città che si trova vicino alla nucleare di Zhaporizhzhia, la più grande d’Europa.

Fonti stampa: almeno 20 corpi di uomini rivenuti in strada a Boutcha

I cadaveri di almeno venti uomini in abiti civili sono stati ritrovati oggi a Boutcha, città a nord-ovest di Kiev, che i soldati ucraini hanno appena riconquistato dalle forze russe. Uno dei cadaveri aveva le mani legate, secondo quanto testimoniato da giornalisti sul posto che hanno postato sui social le immagini, secondo quanto riporta la stampa francese.

Lo Stato maggiore della Difesa di Kiev: Mosca mobilita le truppe in Transnistria

La Russia starebbe iniziando a mobilitare le proprie forze presenti sul territorio della Transnistria (regione separatista filorussa della Moldova orientale) per condurre azioni in Ucraina. E’ quanto sostiene lo Stato maggiore della Difesa di Kiev secondo quanto riporta il sito di informazione “Ukrainska Pravda”. “E’ stato intensificato il lavoro per mobilitare unità di truppe russe con sede nel territorio della regione della Transnistria della Repubblica di Moldova al fine di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina”, ha affermato lo Stato maggiore. “È stato notato il ridispiegamento delle truppe russe e delle unità” presento in Transnistria “per prepararsi a condurre una dimostrazione di prontezza per un’offensiva e possibilmente ostilità contro l’Ucraina”, aggiunge lo Stato maggiore di Kiev.

Turchia disponibile a evacuare civili e feriti da Mariupol

La Turchia può fornire sostegno navale per l’evacuazione dei civili e dei feriti da Mariupol, in Ucraina. Lo ha annunciato oggi il ministro della Difesa della Turchia, Hulusi Akar, ai giornalisti. “Il coordinamento con i funzionari russi e ucraini a questo proposito sta continuando”, ha detto Akar, sottolineando che Ankara prosegue i suoi sforzi diplomatici per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Akar ha sottolineato l’importanza di raggiungere un cessate il fuoco il prima possibile per prevenire ulteriori perdite di vite umane e garantire pace e stabilità. Inoltre, la Turchia continua “a fornire aiuti umanitari al popolo ucraino e dà anche il suo sostegno per quanto riguarda le evacuazioni. Continueremo a sostenere il popolo ucraino”, ha affermato il ministro. Secondo le stime delle Nazioni Unite, dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio scorso, almeno 1.276 civili sono stati uccisi in Ucraina e 1.981 feriti.

Presidenza ucraina: “Forze armate russe in ritirata da Kiev e dalla regione di Chernihiv, puntano verso est e sud”

Le forze russe si stanno ritirando rapidamente dalle aree attorno a Kiev e alla città ucraina di Chernihiv. Lo ha dichiarato il consigliere del presidente ucraino, Mykhaylo Podolyak su Telegram. “Con la rapida ritirata dei russi da Kiev e dalla regione di Chernihiv, è assolutamente chiaro che la Russia sta dando la priorità a una tattica diversa: ripiegare verso est e sud, mantenere il controllo di vasti territori occupati e entrarvi in maniera potente”, ha spiegato.

Le forze russe distruggono le piste d’atterraggio degli aeroporti di Poltava e Dnipro 

Le forze russe hanno distrutto “con armi ad alta precisione” le piste d’atterraggio degli aeroporti di Poltava e Dnipro in Ucraina. Lo ha annunciato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov. “Le piste d’atterraggio militari a Poltava e Dnepr sono state disattivate da attacchi missilistici di alta precisione aria-terra”, ha spiegato. Secondo Konashenkov, i sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto due elicotteri Mi-24 ucraini vicino alla città di Sumy. Inoltre, 24 droni pilota ucraini sono stati abbattuti dalle forze russe.

Nuovo tentativo di evacuazione dei civili a Mariupol

La vice premier ucraina, Iryna Vereshchuk, ha reso noto che sono sette i corridoi umanitari organizzati per oggi nel Paese. Vereshchuk ha confermato che verrà fatto un nuovo tentativo per evacuare Mariupol, la città sotto assedio dalle truppe russe. Il corridoio di Mariupol prevede sia il trasporto privato sia con autobus, ha detto Vereshchuk sui suoi canali social.

La situazione sul terreno

Un convoglio composto da 42 autobus è arrivato nella notte nella città ucraina di Zaporizhzhia dopo essere partito da Mariupol. A bordo c’erano 2 mila persone della città assediata dalle truppe russe che sono riuscite a mettersi in salvo. Secondo quanto riferito dal Consiglio comunale di Mariupol, “il convoglio organizzato dal governo ucraino e scortato dalla Croce Rossa si è diretto dalla vicina città di Berdiansk, occupata dai russi, a quella ucraina di Zaporizhzhia nel pomeriggio” di ieri. I profughi “erano riusciti a uscire da Mariupol e a raggiungere Berdiansk da soli, successivamente sono stati autorizzati a lasciare il territorio controllato dai russi”. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha reso noto in un messaggio diffuso nella notte, che ci sono “già più di 3 mila le persone evacuate” dalla città. Intanto per oggi è previsto un nuovo tentativo da parte della Croce rossa internazionale di avviare una missione per evacuare i civili rimasti a Mariupol con un convoglio di 54 tra bus e veicoli ucraini. Secondo le autorità locali, ci sarebbero ancora 160 mila persone dentro l’area urbana.

Sul terreno le forze armate russe si sono ritirate dall’aeroporto di Antonov, a Hostomel, vicino a Kiev, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa ucraino. Diverse immagini satellitari sono state diffuse sui social a conferma del ritiro, che è stato verificato anche dall’intelligence del ministero della Difesa britannico nel suo ultimo aggiornamento. Nella notte sono tornate a suonare le sirene anti-aereo a Kiev, Odessa, Leopoli, Dnipropetrosk. A Odessa le forze russe hanno colpito con tre missili balistici Iskander partiti dalla Crimea un distretto della regione. Il governatore regionale, il colonnello Maxim Marchenko, ha confermato che ci sono vittime. Due città dell’Ucraina centro-orientale, nella regione di Poltava, sono state colpite da missili la notte scorsa e questa mattina, come riferito dal governatore della regione, Dmitry Lunin, secondo cui i bombardamenti avrebbero colpito “infrastrutture e abitazioni”. Mentre le Nazioni Uniti rinnovano l’appello per il cessate il fuoco – c’è attesa in questo senso per la visita di domani a Mosca del sottosegretario generale per gli Affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza, Martin Griffiths -, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che Istanbul potrebbe ospitare un vertice dei leader dei due Paesi nel tentativo di risolvere la questione dello status del Donbass e della Crimea. L’obiettivo dichiarato da Erdogan è un accordo di pace tra le parti in guerra.

Il presidente ucraino, nel corso di una intervista rilasciata nella notte all’emittente statunitense “Fox News”, non ha voluto rispondere alla domanda se abbia ordinato l’attacco ieri a un deposito di carburante nella città russa di Belgorod. “Mi dispiace, non discuto di nessuno dei miei ordini come comandante in capo” dal momento che “ci sono cose che condivido solo con le Forze armate dell’Ucraina”, ha dichiarato Zelensky. “Ciò che conta per noi è che voi e il mondo intero sappiate che siamo un Paese in guerra”, ha continuato Zelensky. “Siamo stati attaccati. Questo è ciò che conta. Questa è la tragedia più grande. Hanno occupato il nostro territorio. Ci hanno attaccato. Questa guerra va avanti da 8 anni”, ha affermato il capo di Stato ucraino. In precedenza il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Ucraina aveva negato le accuse di Mosca secondo cui due elicotteri d’assalto ucraini avrebbero colpito il deposito a Belgorod. Zelensky ha inoltre detto che “una vittoria della verità significa una vittoria per l’Ucraina e gli ucraini”. Secondo il capo di Stato, “la domanda è quando (il conflitto) finirà”. “Oltre alla vittoria, il popolo ucraino non accetterà alcun risultato”, ha proseguito Zelensky. “Non commerciamo il nostro territorio”, ha chiarito Zelensky in merito ai negoziati tra Kiev e Mosca . “La questione dell’integrità territoriale e della sovranità è fuori discussione”, ha continuato.

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