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CASALINGHE DISPERATE: VADEMECUM PER SOPRAVVIVERE ALL’ESTATE E NON SOLO

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Le casalinghe multitaskin’: donnemammelavoratrici fuori e dentro casa, in alcuni casi anche nonne, e chi più ne abbia più ne metta, sono costantemente alla presa con titaniche fatiche da portare a termine, nel miglior modo e nel minor tempo tra i possibili.

Per questo a loro dedichiamo questo articolo, contenente consigli utilissimi per una vita quotidiana che si semplifichi, alleggerendosi almeno un po’.

Essendo l’estate nell’aria già da diverse settimane, iniziamo subito col fornire “dritte” da seguire prima di partire per le “sudate” ferie.

Il congelatore

Solitamente, quando lasciamo casa chiusa per andare in vacanza, tendiamo a svuotare il frigorifero per non lasciare cibo che, al nostro ritorno, potrebbe risultare oggetto di decomposizione microbica, che ben sappiamo essere alla base di ogni ciclo vitale che avvenga in natura, ma non può (pensiamo noi) verificarsi in casa nostra, col nostro cibo. La stessa premura, però, nella maggior parte dei casi, non la osserviamo per il congelatore, che, al contrario, rappresenta la parte più insidiosa dell’intero sistema refrigerante. E’ risaputo, infatti, che qualsiasi alimento una volta sottoposto a processo di decongelamento, anche parziale, non può essere più ri-congelato, ma deve essere consumato o, alternativamente, conservato per un tempo, che sia breve, in frigorifero. E se si verificasse un blackout in nostra assenza? Se si scongelasse interamente il contenuto del congelatore che poi, tornando a lavorare correttamente, rimetterebbe tutte le cose al loro posto (apparentemente) puntualmente ricongelando ogni cosa -esattamente come si fa per la scena di un crimine-chi se ne accorgerebbe? Alea iacta est. Commenterebbe qualcuno. Il dado è tratto. Il danno è perpetrato. La carne è immangiabile, ma nessuno lo sa. E invece no. Basta adottare un semplice trucco ed il congelatore è salvo, anzi il cibo congelato: mettiamo un bicchiere d’acqua nel congelatore. Aspettiamo che si trasformi in ghiaccio, quindi riponiamovi sopra una monetina. Se al nostro ritorno questa sarà esattamente laddove l’abbiamo messa, possiamo cuocerci una buona braciola, previo scongelamento. Se, invece, si troverà sul fondo del bicchiere, dentro il ghiaccio, vorrà dire che sarà molto meglio andare al ristorante.

Le formiche

Questi piccolissimi insetti, anche “carini”, che operosamente lavorano per migliorare le condizioni di vita di loro stesse e dell’intera comunità di cui fanno parte, non di rado capita che, “sbaglino strada” e, anziché aggirarsi in un bel prato verde pieno di risorse, finiscono nelle nostre case, magari seguendo le tracce di un biscotto al cioccolato o del pane appena sfornato. E’ a questo punto che -loro- le formiche, perdono tutta la loro simpatia e divengono i nostri nemici numero uno da sconfiggere con ogni mezzo. Ecco, la scorrettezza stilistica e concettuale della frase precedente sono le due parole con le quali si è chiusa: “ogni mezzo”. Bisogna rispettare tutte le forme di vita. Questo è il messaggio, forse l’unico che accomuna la scienza alla fede. Dunque, seguiamolo. Ma come? In che modo possiamo liberarci delle formiche, senza danneggiarle in modo irreversibile (usando una espressione eufemistica)? Molto semplice. Usiamo la farina. Questa polverina bianca ha poteri magici e non solo perché ci consente di produrre ottimi prodotti da forno e ben altro, ma anche perché allontana le formiche senza nuocerle. Basta spargerla in strisce sottili intorno alle zone off limits e saranno formiche protette 100%, sia le suddette zone sia i simpatici insetti. Provare per credere.

Dalla farina passiamo al lievito.

Quante volte sarà capitato che, con l’intenzione di preparare unna buona pizza, abbiamo messo a ferro e fuoco ogni angolo del frigorifero e della dispensa senza trovare l’elemento fondamentale: il lievito? Certamente più e più d’una. Bene. Il lievito è importante, ma non fondamentale. Può essere sostituito da bicarbonato di sodio, basta un cucchiaino raso, la cui attivazione può avvenire aggiungendo un po’ di succo di limone (senza esagerare) o yogurt. Anche l’acqua usata per l’impasto, in questo caso, sarebbe bene che sia frizzante e fresca di frigorifero. Tutto qua. Potete procedere, senza esitazione. Buon appetito.

Ps se vogliamo che l’impasto lieviti molto, non è necessario aumentare la dose del lievito o del suo degno sostituto, basta che ad essere maggiore sia il tempo della lievitazione.

Rimanendo in cucina, è interessante scrivere qualche riga sulla pasta.

E’ bene sapere che per non consumare energia inutilmente, la pasta si cuoce anche facendola bollire per due minuti e poi, dopo avere messo il coperchio sulla pentola, lasciandola in acqua per il tempo necessario alla cottura. Il risultato sarà il medesimo, ma la bolletta risulterà molto più leggera.

Continuando a trattare l’argomento “pasta”, è bene anche sapere che sarebbe opportuno aggiungere il sale all’acqua solo dopo che questa abbia iniziato a bollire; la spiegazione proviene dalla fisica, ma preferiamo ometterla. Fidatevi e basta. E comunque provate.

Infine, se volete una pasta più ricca di gusto, la pasta risottata sarà la scelta giusta. Di cosa si tratta? Di una pasta semplicemente cotta direttamente nel sugo di condimento, alla stessa stregua del riso. La pasta sarà più gradita e la cuoca più apprezzata.

Il riso (alla pilota)

Fermandoci al riso, assai apprezzato soprattutto d’estate per la sua versatilità culinaria ed in ogni periodo dell’anno per la sua salubrità comprovata, ecco due suggerimenti estremamente semplici ed altrettanto efficaci.

Il primo. Nel caso in cui la cottura avvenga in acqua bollente, è preferibile versare il riso e lasciarlo così, senza mescolarlo più e più volte. E’ una modalità esecutiva “rubata” dalla tradizione culinaria mantovana, il cui risultato sarà un riso molto più sgranato e gustoso.

Il secondo è una appendice al consiglio precedente che consiste nel ricoprire il fondo della pentola con un sottile strato di olio per evitare che il riso si attacchi durante la fase di cottura.

Si ricorda, infine, che la giusta quantità d’acqua da utilizzare è quella nella proporzione di una parte di riso e due di acqua. I risi tradizionali devono essere totalmente immersi in acqua “a filo”, mentre il riso basmati deve essere ricoperto da una quantità d’acqua che arrivi fino a circa un paio di centimetri oltre.

Il bicarbonato di sodio

Leggendo sulla scatola, già possiamo apprezzare le numerose virtù di questa sostanza, presente in 99 case su 100. Forse, però, non tutti sanno che può essere impiegato per eliminare i cattivi odori, in qualsiasi angolo della casa, soprattutto nel frigo. Basta prendere un paio di cucchiai di bicarbonato di sodio, riporli in una tazzina di caffè e lasciarlo riposare così in un ripiano, meglio se centrale, praticamente per sempre. Cattivi odori eliminati. Casalinga meno disperata, forse felice.

Con il bicarbonato di sodio si possono risolvere anche i fastidiosi problemi di “intasamento” degli scarichi domestici, per risolvere i quali, spesso, la soluzione è ricorrere a miscele di sostanze estremamente corrosive ed altrettanto tossiche. In questo caso, oltre alla polvere magica dobbiamo disporre di un altro ingrediente: il succo di limone (o in alternativa aceto di vino), mescolare il tutto favorendo la formazione di una scoppiettante effervescenza e versarlo laddove serva. Basterà attendere un po’ et voilà lo scarico tornerà a …scaricare come un tempo…

La lavatrice

Siamo usciti dalla cucina per dirigersi verso un altro punto dolente per le donne tutte: il lavaggio del bucato.

Un piccolo segreto per tutte, che sia anche ecologico e quindi sostenibile. Smettiamola di aggiungere ammorbidenti al detersivo, ma mettiamo direttamente nel cestello una pallina della grandezza di un pugno, fatta con carta alluminio. I nostri vestiti usciranno dal lavaggio molto morbidi, facilmente stirabili e l’ambiente sarà felice. Oddio, anche voi, però.

La tentazione è forte. Aggiungiamo il segreto numero 2. Per avere un bucato privo di odori sgradevoli possiamo aggiungere nella vaschetta un paio di cucchiai di aceto di vino bianco o anche bicarbonato di sodio (che svolge anche funzione sbiancante, se necessaria).

E se, proprio, quella macchia sulla camicia nuova non vuole andarsene, mettiamoci sopra qualche goccia di detersivo per i piatti, strofiniamo e poi procediamo con il lavaggio. La camicia tornerà come nuova ed il marito…beh lui sarà sempre il solito, ma questa è un’altra storia.

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