C’è chi lo teme, chi lo venera e chi – diversamente da tutti – lo considera matematicamente solo un numero primo come gli altri.
COME NASCE LA SUPERSTIZIONE?
La risposta a questo quesito non è univoca.
Secondo alcune teorie l’avversione al numero 17 risalirebbe al mondo greco antico e si attribuirebbe al matematico Pitagora. Il genio dei numeri, infatti, considerava sia il 16 sia il 18 perfetti in quanto risultato del prodotto di 3×6 e 4×4, mentre “disdagnava” il 17 per il solo fatto di trovarsi nel mezzo e non essere una rappresentazione perfetta di quadrilateri. In questo caso, non possiamo certo far valere il detto latino “in medio stat virtus”.
Una tesi diversa riconduce le origini della “cattiva fama” di cui gode il numero 17 al Diluvio Universale dell’Antico Testamento che – pare – ebbe inizio il giorno 17 del mese secondo.
Anche i Romani hanno contribuito all’affermazione della negatività legata al numero 17: sulle loro tombe erano soliti scrivere “VIXI” che vuol dire “ho vissuto” e per estensione “sono morto” il cui anagramma è XVII cioè 17.
Rimanendo nella Roma antica, siamo nell’anno 9 d.C., fu combattura la battaglia di Teutoburgo contro i Germani che portò alla distruzione di 3 legioni, 17 – 18 – 19: questi numeri non furono più usati nelle fila dell’esercito romano.
Neppure la smorfia napoletana è amica del numero 17, legato alla “disgrazia”