Una soluzione razionale all’emergenza Terra, si sta trasformando in una moda dilagante.
E questo non può che farci un immenso piacere.
Di cosa stiamo parlando?
Degli abiti di seconda mano.
Avete capito bene: i vestiti vecchi non si buttano nella spazzatura, ma si vendono; gli abiti nuovi si acquistano nei negozi dell’usato.
In un nostro articolo che segnaliamo https://www.ponteadriatico.it/article/view?id=369&lang=it avevamo raccontato come quello tessile fosse il settore in cui le buone pratiche dell’economia circolare siano maggiormente applicate.
Oggi, vi vogliamo dire altro.
Nel nostro paese stanno enormemente aumentando le realtà commerciali (ma anche Associozioni varie) che trattano abbigliamento di seconda mano e tra queste per la maggiore vanno i negozi specializzati per i bambini 0-12 anni.
E’ chiaro che una forte spinta a questo trend di crescita è stato dato dalla crisi economica, tutt’ora in fieri, ma molto sta contribuendo quella che definiremo “la nascita della sensibilità verde” che quotidianamente interessa sempre un numero più elevato di sostenitori e fautori.
Se vogliamo liberarci di abiti (ma anche accessori, in certi casi pure giocattoli) che non stanno più al nostro bambino o, al contrario, abbiamo bisogno di rinnovargli il guardaroba; basta fare una ricerca on line, verificare quale sia il negozio second hand più vicino e, senza indugio, andare in esplorazione.
Generalmente, questi shop prendono gli abiti in conto-vendita, ricavando percentuali che possono andare dal 30 al 50% dell’incasso (la parte restante va al proprietario dell’indumento). Anche acquistare è vantaggioso: i vestiti sono di ottima qualità ed il prezzo è, generalmente, molto onesto.
Provare per credere.