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Internet, i social e i giovani: non è una battaglia persa

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Ma è proprio vero che i giovani di oggi sono rapiti da internet, contaminati dall’ignoranza e per di più svuotati di energia? Così sembrerebbe a giudicare da una rapida occhiata sul tram o sulla metro che li conduce svogliatamente a scuola. Sono stipati in pochi centimetri quadrati di spazio, con lo zaino sulle spalle, gli auricolari alle orecchie, se non le cuffiette, e il cellulare, amico fedele ed insostituibile in tasca o addirittura in mano. Non alzano quasi mai lo sguardo, nemmeno per vedere se al loro fianco c’è una bella ragazza o un baldo giovane. Troppo impegnati sui social. Lì avviene tutto. Guai non esserci. Per postare, taggare, condividere, seguire… prima ancora di vivere. E purtroppo i meno giovani adottano essi stessi i medesimi comportamenti, magari traendone qualche beneficio dovuto alla creazione della propria web reputation che, opportunamente configurata, può aiutare a realizzare un buon marketing di sé stessi.

Le parole accorate del dottor Dario Ayala, medico esperto in fitoterapia medica, hanno lasciato il segno. “Secondo le medicine tradizionali, secondo la medicina ayurvedica -afferma il dottor Dario Ayla- l’unica vera malattia è l’allontanamento dal nostro sé e dalla coscienza cosmica. Ed ecco che il riferimento al rischio legato a un uso improprio di internet diventa evidente”. Secondo Ayala “navigare costantemente nel web è come trovarsi a guardare un film che affascina tanto da entrare a far parte di quella realtà virtuale lasciando che quella diventi la vera realtà. La rete si prende l’energia dell’uomo e ne gestisce la propria ignoranza”.

Ma è proprio così? Non sempre per fortuna, se si pensa a quanti giovani dedicano il loro tempo al volontariato, allo sport, alla musica e alle esperienze lavorative e/o di studio all’estero. Ultimamente capita di vedere anche diversi studenti che si appassionano alla lettura, alla poesia, ad attività legate alla tutela dell’ambiente e finalmente a scuola si insegna ad usare il cellulare per trovare informazioni, catalogarle e impaginarle creando blog, presentazioni multimediali e siti web. Forse la chiave di volta è proprio questa: non demonizzare lo smartphone, ma esaltarne le potenzialità per farne uno strumento che serva a tutelare la salute e l’ambiente anziché distruggerla.

Margherita Bonfilio

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