I fatti accaduti a Bucha stanno mettendo ulteriormente alla prova i Paesi occidentali, soprattutto in merito a un taglio totale delle le importazioni di gas e petrolio dalla Russia. In seno all’Unione europea il dibattito su questo tema è già iniziato, soprattutto dopo le aperture mostrate da Francia e Germania. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto di essere “favorevole” a imporre dei provvedimenti che colpiscano i combustibili fossi di produzione russa. Simile, ma con una precisione, la posizione tedesca che è stata espressa dal ministro delle Finanze, Christian Lindner, a margine dei lavori dell’Eurogruppo ieri a Lussemburgo. La Germania vuole “differenziare tra gas, petrolio e carbone”, ha affermato Lindner, secondo cui è giusto “mettere più pressione su Putin e isolare la Russia”, ma al momento non è possibile interrompere del tutto le forniture di gas. Anche l’omologo austriaco ieri si è detto contrario a questa misura, ritenuta più dannosa per gli Stati europei che per la Russia. Di maggiore apertura la posizione del commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, che in merito a un possibile embargo all’import di gas ha affermato: “Non lo pianifichiamo ora, ma non lo togliamo dal tavolo”. La Commissione dovrebbe presentare entro oggi le proposte per il quinto pacchetto di sanzioni.
Nuove sanzioni contro il gas e petrolio russi?
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -