il ministro dell’Interno albanese Saimir Tahiri, ha affermato che nessun albanese ha lasciato il paese per unirsi al sedicente Stato islamico durante il 2015. In una lettera in risposta alle notizie pubblicate dalla stampa locale, Tahiri ha anche affermato che “l’Albania è tra i primi paesi nella regione dei Balcani ad aver adottato una legislazione apposita contro il fenomeno dei combattenti stranieri e di aver costituito nello stesso tempo la più grande struttura antiterrorismo della polizia con 100 agenti specializzati”.
Il ministro albanese sottolinea anche come “la cooperazione fra la polizia di Stato albanese e le strutture italiane dell’antiterrorismo è stata essenziale nel concludere con successo operazioni congiunte che hanno portato allo smantellamento di due reti italo-albanesi di reclutamento di combattenti”. Sono circa 140 i cittadini albanesi che sembrano essersi arruolati a fianco dello Stato islamico e di questi oltre una decina risultano già deceduti. Secondo Visho Ajazi, capo dei servizi segreti albanesi, “una caratteristica che si riscontra raramente in altri paesi, è che in Albania i seguaci dello Stato islamico agiscono come una setta, in gruppi chiusi, riunendosi in luoghi di culto illegali. E’ un vantaggio invece – ha proseguito Ajazi – che in gran parte non godono del sostegno dei familiari e di un largo gruppo di amici”.