Emergenza riscaldamento globale.
Il FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE ha trovato nei giganti del mare la soluzione.
Tutto ha avuto inizio da uno studio commissionato dal FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE ad un team di ricercatori in campo economico finalizzato a quantificare il valore di una balena.
Avete letto bene: quantificare il valore di una balena in termini di contributo alla riduzione di anidride carbonica in atmosfera ed alle attività di pesca ed ecoturismo.
Sapete a quanto ammonterebbe il risultato delloa ricerca?
2 milioni di dollari.
Le balene, infatti, per loro ciclo di vita naturale sono in grado di assorbire ingenti quantità di CO2, altrimenti destinato a “caricare” negativamente l’atmosfera.
I cetacei catturano l’anidride carbonica, contribuendo successivamente a fertilizzare con le proprie deiezioni il fitoplacton dei fondali marini.
Fitoplancton che – a sua volta – è responsabile della cattura di oltre il 40% della totalità di emissioni di CO2 liberate in atmosfera.
Si parla di 37 miliardi di tonnellate l’anno che corrispondono a 1 miliardo e 700 milioni di alberi, pari a 4 volte la foresta amazzonica nella sua interezza.
Le balene assorbono mediamente circa 27 mila alberi (l’equivalente) di CO2 ogni anno che spalmati sull’arco della loro vita, 60 anni mediamente, fanno 33 tonnellate.
Un albero ne cattura circa 21 kg.
Dunque, abbiamo un doveroso motivo in più per la salvaguardia di questi “GRANDI” del mare ma anche del …pianeta terra.