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LA LEGGENDA DI ROZAFA DI SCUTARI UNA DELLE PIU’ FAMOSE DELLA TRADIZIONE ALBANESE

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Uno dei luoghi mitici dell’Albania è senz’altro il castello di Rozafat che si trova a Scutari. Con 120 metri di altezza sopra il livello del mare Adriatico, il castello è uno dei più antichi e suggestivi dell’Albania. Dalla sommità si ammira uno spettacolare panorama sull’omonimo lago e il luogo dove convergono i fiumi Buna  e Drino, che lasciano il fiato sospeso.

Le  origini  del castello si fanno risalire all’età illirica, intorno al IV secolo avanti Cristo.

Secondo una leggenda tra le più famose della tradizione albanese tre fratelli che lavoravano alla costruzione delle mura della fortezza ciò che veniva costruito durante il giorno si disfaceva nel corso della notte. Un giorno, mentre i tre fratelli  si rendevano conto ancora una volta che il lavoro compiuto il giorno precedente era stato vano, s’imbatterono  in un vecchio che passava da quelle parti e che, dopo aver sentito il racconto dei fratelli ed  essersi reso conto di quello che era accaduto, consigliò che per rendere solide le mura sarebbe stato necessario un sacrificio umano: una delle mogli dei tre si sarebbe dovuta immolare per il bene della comunità. Soltanto così quello che si supponeva fosse un sortilegio sarebbe stato superato. Per scegliere la vittima comunque era necessario affidarsi al caso: colei che avrebbe portato il cibo ai tre lavoratori sarebbe stata murata viva.

I tre fratelli giurarono di non rivelare nulla alle loro mogli, ma solo il più giovane dei tre fratelli tenne fede  al patto. E  fu proprio la moglie di quest’ultimo a portare il giorno dopo il pranzo. Quando le fu rivelato del sortilegio ella accettò il sacrificio con dignità e coraggio ma, poiché aveva un figlio piccolo da allattare, chiese che le fossero lasciati scoperti un occhio per guardare, una mano per accarezzare, una mammella per allattare ed una gamba per cullare il suo bambino. Quello che lei chiese fu fatto e così il castello poté essere completato. La leggenda racconta, infine, che da quelle mura scendono gocce di acqua lattiginosa.

Chi visita il museo all’interno del castello può ammirare un bassorilievo in gesso dello scultore Skender Kraja, che rappresenta questa antica leggenda popolare.

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