Nei primi anni ’90, dopo il crollo del regime dittatoriale, decine di migliaia di profughi provenienti dall’Albania sbarcarono sulle coste pugliesi in cerca di un futuro migliore. Pochi in Italia si accorsero che tra di loro vi erano anche numerosi cittadini italiani rimasti al di là dell’Adriatico alla fine della Seconda guerra mondiale. Risucchiati nell’oblio della storia e lasciati al loro destino in un Paese che presto si sarebbe chiuso ermeticamente al mondo, essi erano ciò che restava della ormai superata politica imperiale mussoliniana e il tragico prodotto della Guerra Fredda. La loro drammatica vicenda, rimasta sconosciuta per tutto il periodo del regime totalitario e solo negli ultimi anni, grazie all’impegno degli stessi rimpatriati, è potuta venire alla luce in tutta la sua assurdità ed è raccontata nel libro “Italiani d’Albania” di William Bonapace (Edizioni Città del Sole). Attraverso la storia del tormentato rapporto tra l’Italia e l’Albania nel corso del XX secolo – si legge in una nota diffusa dalla stessa casa editrice – il volume intende ricostruire le loro vicende umane, restituendo ai protagonisti la parola, grazie a lunghi e intensi incontri tenutisi in Italia e in Albania, così come recuperando le memorie personali da loro trascritte nel timore che potessero svanire per sempre, e quindi risarcire, almeno in parte, il debito contratto dal nostro e loro paese per quelle mancanze politiche e morali che sono costate la vita a tante persone dimenticate al di là del mare. –
“ITALIANI D’ALBANIA” UN LIBRO RACCONTA LA STORIA DEGLI ITALIANI RIMASTI NEL PAESE DELLE AQUILE DOPO LA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
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