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IL VOLONTARIATO ITALIANO SBARCA IN ALBANIA

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Sig. Corsini, qual’è stata la motivazione che vi ha portato a guardare verso l’Albania e cosa vi aspettate dalle autorità politiche locali e dalle istituzioni italiane?

Due anni fa, con molta curiosità ed altrettanto scetticismo, in compagnia di un amico che vive e lavora a Tirana da molti anni sono “sbarcato” per la prima volta in Albania. Da subito ho respirato un’aria molto familiare che mi ha ricondotto a quei valori di solidarietà e fratellanza nei quali sono stato educato e ai quali mi sono sempre ispirato. Visitando il paese ed entrando in contatto con la sua realtà sociale, economica e sanitaria, ho pensato che, con l’ausilio della mia associazione avrei potuto dare un utile contributo ad un paese che già sentivo amico.

Alla seconda parte della domanda rispondo dicendo che per iniziare sarebbe sufficiente che le autorità politiche, grazie anche all’intervento delle istituzioni italiane, ci dessero la possibilità di presentare ufficialmente il nostro progetto “Conosciamo l’Importanza del Primo Soccorso”.

In termini di operatività sul territorio albanese, come pensate di organizzarvi?

Il progetto prevede una serie di iniziative di carattere tecnico/informativo mirate a diffondere l’importanza del primo soccorso sanitario avanzato, con l’ausilio di medici, paramedici e ambulanze opportunamente attrezzate.

Il volontariato accompagnato dalla professionalità nel campo sanitario ha, oggi, una fondamentale importanza. Quando è nata la vostra associazione e cosa vi ha spinto a costituirla?

L’Associazione nasce nel maggio del 2009 per volontà di un gruppo di amici già molto attivi nel mondo del volontariato, tutti animati da una forte sensibilità verso le persone bisognose di assistenza e da un grande spirito partecipativo.

Per poter svolgere in maniera adeguata il lavoro, essere costantemente pronti ad intervenire, come è strutturata la vostra associazione?

La struttura è composta da soccorritori abilitati, infermieri, medici, una centrale operativa, ambulanze, unità mobili di rianimazione e auto mediche, in grado di garantire il servizio ventiquattro ore su ventiquattro, tutti i giorni nell’anno.

Che tipo di collegamenti ha l’associazione con l’apparato pubblico di intervento?

Di stretta collaborazione. Molto spesso veniamo chiamati a svolgere servizi di emergenza e o di trasporto ordinario pazienti.

Cosa bisogna fare per diventare volontari nei Cavalieri del Soccorso?

In primis è necessario effettuare un’iscrizione fornendo una serie di documenti personali, che, sulla base dei quali, l’organo amministrativo deciderà l’accettazione o meno del nuovo iscritto. In caso positivo si dovrà frequentare un corso di formazione professionale presso la nostra sede e sostenere un’esame per determinare l’idoneità al servizio.

Può raccontarci qualche episodio in cui l’apporto dei Cavalieri del Soccorso è stato determinante?

Più che raccontare un episodio in particolare, posso dire che la nostra presenza nei grandi punti di aggregazione come centri commerciali, manifestazioni sportive, feste popolari od altro, ha permesso a molte persone di restare in vita. Questo ci inorgoglisce e ci riempie il cuore di gioia!

Pensa che potrà nascere anche in Albania una nuova realtà simile alla vostra, magari denominata “I Cavalieri del Soccorso Città di Tirana”

Mi auguro di si. Le posso assicurare tutto il nostro impegneremo affinché ciò si possa verificare!

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