NEW YORK – La guerra in Ucraina rallenta la ripresa mondiale, con il pil previsto crescere quest’anno e il prossimo del 3,6%, ovvero 0,8 e 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio. Lo afferma il Fmi osservando come l’invasione della Russia ha esacerbato le pressioni inflazionistiche e messo in pericolo l’ordinamento delle regole che hanno governatore le relazioni economiche internazionali dalla Seconda Guerra Mondiale. “I rischi all’outlook sono al ribasso”, aggiunge il Fondo spiegando come a pesare sulle prospettive non è solo il conflitto ma anche la pandemia, il rallentamento della Cina e i rialzi dei tassi di interesse.
L’inflazione è un “chiaro pericolo” per molti paesi: “resterà elevata più a lungo del previsto”. Lo afferma Pierre-Olivier Gourinchas, il capo economista del Fmi, sottolineando che la guerra ha “aumentato il rischio di una più permanente frammentazione dell’economia in blocchi geopolitici” con standard, sistemi di pagamento e valute di riserve diverse. L’inflazione elevata “complicherà” l’azione delle banche centrali, alle prese con il contenere le pressioni dei prezzi e salvaguardare la crescita, aggiunge il Fondo prevedendo un’inflazione al 5,7% quest’anno per le economie avanzate e all’8,7% in quelle emergenti e in via di sviluppo.
Il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita 2022 e 2023 anche per l’Italia. Dopo il +6,6% del 2021, il Pil del Belpaese è previsto crescere quest’anno del 2,3%, ovvero 1,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio (-1,9 su ottobre 2021). Per il 2023 la crescita è attesa all’1,7%, 0,5 punti percentuali in meno (+0,1 su ottobre). E il rallentamento della crescita è previsto continuare con il pil che salirà dello 0,5% nel 2027. L’Italia e la Germania sono i due paesi dell’area euro che hanno subito le maggiori revisioni al ribasso in seguito alla “maggiore dipendenza” dall’energia russa.
Inoltre, dopo il +4,7% del 2021 il Pil russo si contrarrà quest’anno dell’8,5% e il prossimo del 2,3%, in quella che è una brusca battuta rispetto alle stime precedenti. In gennaio infatti il Fondo aveva previsto per la Russia una crescita del 2,8% quest’anno e del 2,1% il prossimo. Una contrazione ben più severe la sperimenterà l’Ucraina, che nel 2022 vedrà il Pil crollare del 35%. “Anche se il conflitto dovesse finire presto, la perdita di vite umane, la distruzione e la fuga dei cittadini limiteranno severamente l’attività economica per anni”.