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Coldiretti: con guerra a rischio 1 miliardo export tra cibo e vini

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ROMA – “La guerra commerciale, che rischia di essere scatenata dalle sanzioni, mette a in pericolo le esportazioni agroalimentari made in Italy in Russia e in Ucraina per un valore che nel 2021 ha complessivamente superato il miliardo di euro, con vino, spumanti, olio, pasta e caffè che sono i prodotti più interessati”. E’ quanto afferma in una nota il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alle dichiarazioni sugli effetti della guerra in Ucraina del presidente francese Emanuel Macron che al Salone dell’agricoltura francese ha affermato che le sanzioni europee sono destinate a pesare sulle esportazioni francesi di vino ed altri alimenti e per questo sta elaborando un piano di sostegno per proteggere gli agricoltori francesi.

Ettore Prandini, presidente Coldiretti

In Russia – ricorda Prandini – è tuttora impedita l’esportazione di salumi, formaggi e ortofrutta made in Italy per effetto dell’embargo deciso da Putin all’indomani delle sanzioni europee del 2014 con l’agroalimentare che è stato l’unico settore economico a pagare il prezzo dello scontro. Ora in pericolo per l’Italia le vendite di vino e cibi in Russia non colpiti dall’embargo che hanno raggiunto lo scorso anno il valore di 670 milioni di euro con un aumento del 14 per cento rispetto al 2020, mentre quelle in Ucraina valgono altri 350 milioni di euro, secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat. Tra i prodotti made in Italy più apprezzati dal Paese di Putin ci sono gli elementi base della dieta mediterranea come il vino e gli spumanti per un valore attorno ai 150 milioni di euro, l’olio di oliva per 32 milioni di euro e la pasta per 27 milioni di euro.

Gli effetti del conflitto ucraino rischiano dunque di cancellare completamente il made in Italy a tavola dai mercati di Mosca e Kiev – denuncia la Coldiretti – aggravando ulteriormente gli effetti dell’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea. Un blocco che è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e mezzo. Il decreto di embargo tuttora in vigore colpisce una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. L’agroalimentare è, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti made in Italy presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura.

Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge – continua la Coldiretti – la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e gorgonzola di produzione Svizzera e reggianito di origine brasiliana o argentina. Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia” all’insalata “Buona Italia”, dalla robiola Unagrande alla mortadella Milano. Il danno – conclude la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, ha dovuto rinunciare ai prodotti alimentari made in Italy originali.

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