La notizia giunge direttamente dalla Thailandia.
Una regione prepotentemente vittima dei disastri climatici, che vede periodicamente e ciclicamente, l’alternarsi di precipitazioni ingenti e devastanti e lunghi periodi di grande siccità.
In questo divenire continuo di eventi e calamità naturali, a farne le spese è la popolazione, che si trova a dover costantemente gestirne i nefasti effetti.
Danni ai villaggi, alle abitazioni, alle coltivazioni, agli allevamenti finanche vittime umane direttamente colpite dalle devastazioni.
Anche il paesaggio, ovviamente, subisce metamorfosi non irrisorie, sia quello naturale sia quello antropico.
E’ il caso della provincia di Lopburi, luogo in cui la siccità che ha ridotto vertiginosamente il livello delle acque di una diga, creata oltre 20 anni fa per contenere oltre 900 milioni di metri cubi di acqua, ha fatto emergere un tempio buddista.
Wat Nong Bua Yai il suo nome.
Si tratta della scultura senza testa del Buddha, alta quasi 4 metri.
Simbolo di una antica civiltà che ormai si riteneva del tutto perduto e che oggi torna alla luce.
Un ritrovamento straordinario che attira migliaia di turisti da tutto il mondo.