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BOLZANO. I CENTRI ESTETICI CHIEDONO LA RIAPERTURA IMMEDIATA O SARA’ CRISI. ALLO STUDIO UN PROTOCOLLO SICUREZZA

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Il LOCKDOWN CORONAVIRUS sta mettendo in seria crisi i saloni di bellezza ed i centri estetici che chiedono di poter riaprire da subito.

Allo studio un protocollo di sicurezza per … accontentarli.

I dettagli nell’articolo pubblicato su altoadige.it a firma di Antonella Mattioli.

Parrucchiere ed estetiste «Fateci riaprire i saloni» 

Il settore penalizzato. I timori dei titolari delle attività che rischiano di aprire per ultime mentre fiorisce l’abusivismo. A rischio centinaia di posti. Cna lavora al protocollo per la sicurezza

BOLZANO. Parrucchiere, barbieri, estetiste chiedono di riaprire e sono pronti ad adottare tutte le misure di sicurezza possibili e immaginabili pur di tornare a lavorare. La clientela fa il tifo perché questo avvenga prima possibile. In ballo più che la ricrescita e il ritocco del taglio, ci sono centinaia di posti di lavoro. Qualcuno che già tirava avanti a fatica, ha messo in conto di non riaprire più: un mese di stop con l’affitto da pagare e un sacco di altre spese, è troppo. Impossibile pensare di resistere altre settimane.

Purtroppo queste categorie, già fortemente penalizzate dal Coronavirus, rischiano di aprire dopo altre aziende che, stando almeno all’ultimo decreto del premier Conte, hanno invece ottime possibilità di riprendere l’attività dal 4 maggio.

E mentre chi opera in questo settore regolarmente sta studiando le misure da adottare per scongiurare il rischio contagio e riaprire i saloni; fiorisce l’abusivismo di chi lavora in casa, non paga le tasse, mettendo a rischio la salute propria e degli altri.

Intanto la Cna – che in Alto Adige raggruppa circa 140 parrucchiere e barbieri e una sessantina di estetiste – per mettere a punto una proposta di protocollo con una serie di regole di sicurezza da seguire, ha costituito un gruppo ristretto di lavoro. Lo coordina il presidente dell’associazione Claudio Corrarati e ne fanno parte Lisa Toselli Bonaldi, presidente dell’Unione estetica e benessere, e Sandro Stefanati, portavoce di Federacconciatori. Il testo verrà poi sottoposto alla Provincia.

Le misure di sicurezza

«Sia le estetiste che le parrucchiere e i barbieri – dice Lisa Toselli Bonaldi – sono penalizzate dalla “vicinanza” alla clientela con cui, per forza di cose, sono costrette a lavorare. Stiamo cercando di capire quali misure di sicurezza dobbiamo adottare per proteggere noi stesse, i nostri collaboratori e le clienti. Diamo già per scontato di fare disinfezione quotidiana dei locali, usare attrezzature monouso, distanziare le poltrone, ridurre il numero delle clienti presenti contemporaneamente nei saloni che arriveranno solo su appuntamento e dotate di mascherina. Se non ce l’hanno, gliela forniremo noi, non è un problema. Ma tutto questo basterà? Il timore è che non basti. Servirà che anche noi ci dotiamo degli scafandri che usano i medici nei reparti Covid? Se necessario lo faremo, pur di tornare a lavorare. Stiamo cercando di capire cosa stanno producendo le aziende specializzate in dispositivi di protezione individuale, ma al momento sono impegnate, giustamente, a rifornire prioritariamente ospedali, case di cura, residenze per anziani».

L’abusivismo

«Sa chi sta bene, approfittando di questa situazione che nessuno avrebbe mai potuto immaginare? Gli abusivi – spiega Sandro Stefanati, portavoce di Federacconciatori -. Ovvero un piccolo esercito di parrucchiere ed estetiste che lavorano in casa. Lo facevano prima e lo fanno ancora di più in queste settimane. Tagliano i capelli, mettono le tinte; fanno manicure e smalto semipermanente e poi le extension per le ciglia. E chi più ne ha, più ne metta. In questo periodo in cui i saloni di parrucchiere, barbieri ed estetiste sono chiusi causa emergenza Covid, è facile immaginare che le abusive stiano andando alla grande. Infischiandosene del pericolo che corrono loro stesse e che fanno correre alle clienti».

Il rischio è che anche quando i saloni riapriranno, dopo aver adottato una serie di misure stringenti per quanto riguarda la sicurezza, la cliente continui ad andare dall’abusiva che, in cucina o in soggiorno, ti fa la tinta e ti regola il taglio, ovviamente ad un prezzo più basso rispetto a chi ha i costi del salone, del personale e le tasse da pagare.

È un pericolo concreto perché quando, lentamente, si inizierà a tornare ad una vita normale, ci saranno meno soldi, perché si dovrà fare i conti con la crisi. Il Coronavirus, oltre ad un conto salato in termini di vite umane, ce ne presenterà uno molto pesante, di tipo economico.

 

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