Una visita di due giorni è stata compiuta dal ministro albanese per l’Integrazione europea, Klajda Gjosha si è recato in Romania dove ha incontrato il ministro dei Fondi Europei rumena , Marius Nica. L’incontro – secondo quanto riferiscono varie note di agenzia – si è svolto in u n clima di piena cordialità- Gjosha, intervenendo a proposito della politica estera del Paese delle Aquile, ha espresso, a nome del governo i più vivi sentimenti di gratitudine per il sostegno fornito dalla Romania al fine di fare ottenere all’Albania lo status di paese candidato per il quale ha avuto il via libera dal Consiglio dell’Ue nel giugno del 2014. L’Italia è sempre stata convinta sostenitrice dell’ingresso dell’Albania nell’Ue. I cosiddetti criteri di Copenaghen adottati dal Consiglio di Copenaghen del 1993, stabiliscono che i paesi candidati (oltre a essere uno Stato europeo) devono aver raggiunto: istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani, e il rispetto delle minoranze; l’esistenza di un’economia di mercato funzionante e la capacità di fronteggiare la competizione e le forze del mercato all’interno dell’Unione; e capacità di sostenere gli obblighi derivanti dall’adesione, inclusi l’adesione all’unione politica, economica e monetaria.
Nel dicembre 1995, il Consiglio europeo di Madrid riformulò i criteri d’accesso richiedendo che i nuovi membri adattino la propria struttura amministrativa e giuridica per fare in modo che la legislazione europea possa essere efficacemente adottata dalla legislazione nazionale.
L’entrata in vigore del Trattato di Lisbona da parte di tutti i paesi UE il 1º dicembre 2009, dopo l’ultima firma del Presidente della Repubblica Ceca, ha sbloccato il processo di adesione dei nuovi Stati candidati.