La plastica si può riciclare all’infinito, producendo altra plastica del tutto “vergine” e di ottima qualità.
Questo in estrema sintesi è il contenuto di una lunga ricerca condotta da un team di ricercatori svedesi e pubblicata su Sustainable Materials and Technologies.
Al momento la plastica è sottoposta ad un processo chimico, crackin’, che ne scompone le catene polimeriche in parti più piccole, monomeri.
Questi sono destinati a formare altra plastica, in un divenire a cascata, la cui qualità viene via via perdendosi nelle reazioni di formazione.
Il processo ha la propria fine quando la plastica, raggiunto un basso livello di “spremitura molecolare”, non è in grado di riciclarsi ulteriormente, divenendo rifiuto.
Gli scienziati svedesi hanno elaborato un meccanismo di riciclo della plastica che sia di tipo “circolare”, mediante la cattura degli atomi di carbonio, che scompone la materia in gas, prima, ed olii, poi.
Saranno questi ultimi, gli olii, a costituire la base con cui verranno generate altri materiali plastici.
“Trovando la giusta temperatura – circa 850 gradi Celsius – la giusta velocità di riscaldamento e il tempo di permanenza, con questo metodo siamo stati in grado di trasformare 200 kg di rifiuti di plastica all’ora in una miscela di gas che può essere riciclata a livello molecolare per poter diventare nuovo materiale plastico di qualità vergine”. Il commento di Thunman, professore di tecnologia energetica della Chalmers University di Gothemburg (Svezia) e coordinatore del gruppo di ricerca.
Le nuove acquisizioni in materia di riciclo della plastica possono essere applicate a qualsiasi tipologia di plastiche di ogni origine, provenienza e stato di conservazione, da quella in discarica a quella dispersa nei mari.
Insomma, una ricerca di una importanza estrema la cui applicabilità è -quasi-infinita.