Erano le 10.25 quando nella stazione ferroviaria di Bologna fu commesso quello che la storia ha “archiviato” come il più grave atto di terrorismo del secondo dopoguerra italiano.
Le indagini della magistratura stabilirono che gli esecutori materiali furono militanti della destra estrema dei cosiddetti Nuclei Armati Rivoluzionari, tra tutti spiccò il nome di Valerio Fioravanti.
Sconosciuti ancora i mandanti. Si ipotizzano legami con la criminalità organizzata ed i servizi segreti deviati.
85 le vittime. 200 i feriti.
L’ordigno contenuto in una valigetta abbandonata nella sala d’aspetto della seconda classe era costituito da 23 kg di esplosivo confezionato con 5 kg di tritolo e T4 potenziata da 18 kg di gelatinato.
L’esplosione provocò il crollo dell’intera ala ovest della stazione di Bologna.
Oggi, in occasione del 39 esimo anniversario, è nostro auspicio – senza retorica – che tutti dedichino un pensiero alle vittime.