25.2 C
Roma
mercoledì, Maggio 15, 2024
No menu items!
Home ATTUALITA' Putin: “Pagamento gas in rubli o i contratti verranno sospesi”

Putin: “Pagamento gas in rubli o i contratti verranno sospesi”

- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -

MOSCA – I “Paesi ostili” devono aprire conti correnti in rubli presso le banche russe per poter pagare da domani il gas fornito dalla Russia, i contratti in essere verranno sospesi nel caso in cui dovesse esserci un rifiuto del nuovo metodo di pagamento. Lo ha annunciato Vladimir Putin durante un incontro sull’industria aeronautica al quale erano presenti anche esponenti del governo. “Nessuno ci vende nulla gratuitamente e non faremo nemmeno beneficenza”, ha aggiunto Putin. A suo dire si tratta di uno schema “chiaro e trasparente” per gli Stati acquirenti. I Paesi considerati ostili dalla Russia sono tutti quelli che hanno introdotto sanzioni contro Mosca dopo l’inizio della “operazione militare speciale” in Ucraina. “L’Europa ha ricevuto di fatto parte del gas russo gratuitamente, avendolo pagato in euro e congelando i conti russi in questa valuta”, ha dichiarato Putin. Il capo dello Stato ha aggiunto che questa situazione non può andare avanti, anche perché “potrebbero essere bloccate anche le nuove entrate finanziarie in euro o dollari” derivanti dalle esportazioni di gas dalla Russia.

Durante l’incontro, il presidente russo ha dichiarato di aver firmato il decreto che istituisce le nuove norme per l’esportazione delle forniture di gas ai “Paesi ostili”. La firma del decreto prevede la sua entrata in vigore nella giornata di oggi. Nei giorni scorsi Putin aveva affermato che la Russia avrebbe venduto il proprio gas naturale esclusivamente in cambio di rubli a tutti quei Paesi che hanno introdotto sanzioni contro Mosca dopo l’inizio della “operazione militare speciale” in Ucraina.

Russia, ministero degli Esteri: vietato l’ingresso nel Paese ai vertici Ue inseriti nella “lista nera”

La Russia ha inserito in una “lista nera” i vertici dell’Unione europea, ai quali viene impedito di entrare nel Paese. Lo ha affermato il ministero degli Esteri russo. “Le restrizioni si applicano ai vertici dell’Unione europea, inclusi alcuni commissari europei e capi delle strutture militari dell’Ue, nonché la stragrande maggioranza dei membri del Parlamento europeo che promuovono politiche antirusse”, si legge nella nota del dicastero. Secondo il ministero degli Esteri russo l’elenco degli esponenti istituzionali europei soggetti a misure restrittive è stato ampliato “in risposta alle massicce sanzioni unilaterali dell’Ue”. Inoltre nella “lista nera” sono stati inseriti anche rappresentanti di governi e Parlamenti di alcuni Stati membri dell’Ue, nonché personaggi pubblici ed operatori dei media.

Agenzia nucleare: truppe russe stanno lasciando l’area di Chernobyl

Le truppe russe stanno lasciando l’area di Chernobyl. Lo riferisce l’agenzia nucleare statale ucraina, secondo cui mentre alcune truppe rimangono ancora nel sito nucleare, la maggior parte si sta dirigendo verso il confine bielorusso. L’impianto, noto per il più grave incidente nucleare della storia avvenuto nel 1986, è stata una delle prime conquiste rivendicate dalle truppe russe dall’inizio dell’invasione. Se tale informazione dovesse essere accertata, confermerebbe l’annuncio di due giorni fa del ministero della Difesa russo sulla riduzione delle attività militari nell’area di Kiev e Chernihiv, oltre che i rapporti d’intelligence di Stati Uniti e Regno Unito secondo cui si stava assistendo a un progressivo ritiro delle truppe dalla regione di Kiev.

Zelensky teme una nuova offensiva russa nel Donbass, annuncio di cessate il fuoco a Mariupol

Una nuova offensiva della Russia nel Donbass. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha deciso di raccogliere l’allarme lanciato ieri dalle intelligence di Regno Unito e Stati Uniti e, in un videomessaggio alla nazione pubblicato sui suoi profili social, ha affermato che la Russia sta ammassando truppe nell’area sud orientale del Paese, con l’intento di concentrare gli sforzi militari a sostegno delle milizie separatiste di Donetsk e Luhansk.

Il presidente ucraino Zelensky

Zelensky, inoltre, ha espresso scetticismo sulle affermazioni della Russia secondo cui avrebbe ridotto le attività militari nelle principali città ucraine, definendo tale posizione un segnale di “nuovi attacchi” da effettuare, per l’appunto, soprattutto nell’area delle regioni separatiste. Le autorità russe hanno affermato che il 54 per cento della regione di Donetsk e 93 per cento di quella di Luhansk sono sotto il loro controllo. Se confermati sono dati che mostrano come questa sia l’area dove sono stati raggiunti i risultati più importanti dell’operazione militare russa. Al 24 febbraio scorso, data dell’inizio della guerra, infatti i separatisti controllavano circa un terzo dell’intera regione del Donbass. Secondo le informazioni fornite da alcune intelligence straniere, la Russia ha inviato dieci nuovi gruppi tattici a partecipare all’offensiva militare, di cui la maggior parte dovrebbero essere di stanza nel Donbass.

Cessate il fuoco a Mariupol

Ieri sera il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato un cessate il fuoco a Mariupol, la città portuale sul Mar d’Azov. L’annuncio, proprio nel contesto di una potenziale nuova offensiva russa nel Donbass, non sembra casuale. Mariupol, che fa parte della regione di Donetsk, da settimane si trova sotto assedio. La resistenza, frutto anche della presenza in città del battaglione d’Azov, ha costretto i militari russi e gli uomini delle milizie di Donetsk a estenuanti scontri “casa per casa”, uno scenario tipico del conflitto in teatro urbano. La fuoriuscita dei civili da Mariupol, di fatto, faciliterebbe le operazioni russe per prendere il controllo della città. Il corridoio umanitario – aperto alle 8 di mattina ora italiana – consentirà ai civili della città portuale ucraina di dirigersi a Zaporizhzhia, transitando attraverso il porto di Berdiansk già da tempo sotto il controllo dalla Russia. Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa di Mosca, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati e il Comitato internazionale della Croce Rossa assisteranno le operazioni di evacuazione. Tutti i precedenti tentativi di sgomberare i civili da Mariupol sono pressoché falliti e, proprio per questo motivo, il fatto che l’annuncio dell’apertura del corridoio venga da fonte russa non è da sottovalutare proprio nell’ottica di una nuova offensiva nel Donbass.

Oggi nuovo round negoziale in videoconferenza

David Arakhamia

David Arakhamia, rappresentante della delegazione ucraina e capo del gruppo parlamentare del partito di governo Servo del popolo, ha annunciatoche i colloqui di pace fra Kiev e Mosca riprenderanno oggi in videoconferenza. Arakhamia ha spiegato che, nel corso dell’ultimo e fruttuoso incontro con la delegazione russa a Istanbul, i rappresentanti ucraini hanno proposto di organizzare un incontro fra i presidenti, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. La delegazione di Mosca, tuttavia, ha respinto per il momento la proposta, affermando che è necessario lavorare ulteriormente per concordare una bozza di accordo di pace prima che i due capi di Stato si possano incontrare. Zelensky ha affermato che i negoziati non hanno ancora portato accordi concreti, ma non si può negare che le proposte messe sul tavolo da ambo le parti abbiano quantomeno sbloccato lo stallo delle prime tornate negoziali.

- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -

ultimi articoli

Europarlamento, stop ad auto diesel e benzina dal 2035

STRASBURGO - L'Europarlamento ha avallato la proposta della Commissione europea di terminare le vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035. L'emendamento...

Concorso canoro “Voglia di cantare”

Scarica qui il regolamento e il modulo di adesione. Gara Karaoke THE 1 ONE

Rama: “Open Balkan più importante con guerra in Ucraina”

TIRANA - La guerra in Ucraina rende l’iniziativa Open Balkan “più importante” nel contesto internazionale e regionale. Lo ha detto il premier albanese, Edi...

Berisha si allea con Meta per battere Rama

TIRANA - L'ex presidente e leader del Partito democratico albanese, Sali Berisha, e il presidente uscente del Paese, Ilir Meta, intendono creare un fronte...
- Annuncio pubblicitario -