In teoria sì.
In pratica, quello che ci manca è il tempo.
L’uomo può adattarsi all’inquinamento?
Gli uomini come ogni altra specie vivente hanno due sole possibilità di “reazione” ai cambiamenti del proprio ambiente: adattarsi strategicamente o inesorabilmente soccombervi.
Una popolazione delle Ande, ad esempio, dopo migliaia di anni di esposizione all’arsenico, rilasciato da rocce vulcaniche nelle falde acquifere, si è adattata: la selezione naturale ha fatto in modo che i bambini con un codice genetico, che permetteva loro di assorbire più veleno senza subirne i danni, sono cresciuti, riproducendosi con più facilità e trasmettendo -così – il loro DNA alle generazioni successive.
L’intera popolazione, oggi, è immune all’arsenico.
CONSIDERAZIONI
Un simile adattamento si è potuto verificare solo in migliaia di anni ed ha visto coinvolte diverse generazioni.
Un tempo lunghissimo che, se da una parte ci apre una porta verso un futuro di sopravvivenza “onnipotente”, dall’altra ci induce a non oltrepassarla, almeno per la durata di questa quarantena.
MORALE
Sia che si tratti di inquinamento, sia che si tratti di CORONAVIRUS il destino dell’uomo è quello di adattarsi, ma poiché l’adattamento naturale non ha tempi “umani” è necessario non abbassare la guardia, continuando la nostra lotta contro quello (inquinamento) e soprattutto – adesso – vincere questo (COVID-19).