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LA LISTA NERA DELLA PLASTICA CHE CI FA PIU’ MALE

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La plastica, in apparenza colorata ed insostituibile amica della nostra vita, si sta rivelando – nei fatti – subdola (ed anche inutile) nemica di ogni vivente essere, dai microrganismi all’intero ecosistema pianeta-terra.

Non passa giorno, senza che i media del globo non se ne occupino, attribuendole molte delle colpe del grave “caos” e patologico in cui l’ambiente versa da anni, ormai.

Ci ha incuriosito una recente pubblicazione, riportata su Environmental Science and Technology, che ha la firma di un team di biologi della Norvegian University of Science and Technology, coordinato dal Prof. Martin Wagner.

Gli scienziati hanno concentrato i loro sforzi intellettuali nel cercare di individuare in modo puntuale la composizione dei principali oggetti di uso comune che sono fatti di plastica.

Obiettivo: capire quali di essi fossero da ritenersi tossici per la salute umana.

Ecco i risultati a cui sono pervenuti.

Il primo posto della ista nera delle plastiche tossiche c’è il PVC, ovvero il cloruro di polivinile. Un composto chimico, vietato in Italia da 20 anni per la produzione di imballaggibottigliegiocattoli e molti altri oggetti.

PVC a pari merito con il cugino POLIURETANO, ancora largamente impiegato soprattutto nelle edificazioni come materiale termicamente isolante, disponibile in diverse consistenze, dai pannelli da posare in opera (cappotti termici) alle schiume da insufflare nelle intercapedini.

Ad occupare l’ultimo posto della “nera lista” è il POLIETILENE ad alta densità (Hdpe), anch’esso materiale per eccellenza dei sistemi termo ed acustico isolanti.

Ma la ricerca non si ferma qua.

Gli scienziati, analizzando la struttura chimica di 8 tra le plastiche di più largo uso, tra cui anche la plastica cosiddetta “bio”, e mettendole a diretto contatto con culture cellulari per verificarne la bio-tossicità, sono giunti a dati decisamente poco rassicuranti.

¾ dei materiali studiati sono risultati tossici.

In dettaglio, 6 prodotti su 10 indurrebbero tossicità generale, 4 su 10 sarebbero causa di stress ossidativo, 3 su 10 interferirebbero con il sistema immunitario.

Sono state registrate oltre 1400 sostanze in totale, ma solo 260 sono state identificate.

Riportiamo una tabella in cui le plastiche identificate con il codice di riciclaggio 3 e 7 sono assolutamente da evitare.

Come possiamo difenderci dalla plastica?

I ricercatori del progetto PlastX dell’Isoe (Institute for Social-Ecological Research) ci suggeriscono di:

  • Non acquistare oggetti di plastica non necessari: largo spazio a prodotti sfusi e non confezionati
  • Evitare i prodotti in PVC etichettati con il 3 nel codice del riciclo e prodotti con il 7

poiché ancora non se ne conosce la composizione chimica

 

  • Pretendere plastiche più sicure, e trasparenti nella composizione, attraverso un sistema di etichettatura che sia comprensibile e veritiero

 

(fonte: galileo.it)

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