La storia di IZA è un brano poetico scritto dall’irlandese GRACE RAMSAY che descrive la quotidiana “sopravvivenza” delle genti polacche, sfinite dalla guerra patriottica contro i russi.
Una poesia che, letta tempo addietro, non ci avrebbe colpito; la sua ritmata velocità, interrotta e sottolineata da rime baciate sparse qua e là, non ci concede troppo tempo per leggerla con attenzione, comprendendone il senso profondo.
Oggi che tutti abbiamo più tempo per fermare il tempo e riflettere sulle parole.
Che siamo intrisi di una “vorace” ed irrefrenabile voglia di capire, di trovare appigli sicuri per non cadere nel baratro dell’ignoto di un futuro che ha perso ogni suo punto di riferimento, quella di IZA appare come una storia gelosamente anche nostra.
Una storia che ci piace leggere, rileggere dall’inizio alla fine, soffermandosi su ogni singolo vocabolo per poi leggerla e rileggerla tutto d’un fiato.
Una storia che ci sconvolge per la sua contemporaneità e ci coinvolge per la sua cronaca.
Una storia che dobbiamo raccontare e raccontarci, perché è e sarà anche la STORIA DI TUTTI NOI.
Iza’s story
E la gente rimase a casa
E lesse libri e ascoltò
E si riposò e fece esercizi
E fece arte e giocò
E imparò nuovi modi di essere
E si fermò
E ascoltò più in profondità
Qualcuno meditava
Qualcuno pregava
Qualcuno ballava
Qualcuno incontrò la propria ombra
E la gente cominciò a pensare in modo differente
E la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
In modi ignoranti
Pericolosi
Senza senso e senza cuore,
Anche la terra cominciò a guarire
E quando il pericolo finì
E la gente si ritrovò
Si addolorarono per i morti
E fecero nuove scelte
E sognarono nuove visioni
E crearono nuovi modi di vivere
E guarirono completamente la terra
Così come erano guariti loro
Grace Ramsay, 1869
Ludovica Ambrogetti