In un nostro scorso articolo vi abbiamo raccontato del CONTE DRACULA.
Adesso è il turno della sua versione, forse ancora più cruenta e spaventosa, femminile.
ELISABETTA BATHORY.
Chi era costei?
Elisabetta nacque in Transilvania nel 1560 nel Castello di Cachtice, una imponente fortezza su di un’altura già nota allora come “LA RESIDENZA DEI VAMPIRI”.
Leggenda narra che Elisabetta avesse diversi zii legati al culto di Satana, mentre una zia era notoriamente bisessuale e si divertiva a torturare i propri servi e il fratello era un noto libertino alcolizzato cronico.
Molti membri della sua famiglia, una della più potenti del paese, soffrivano di epilessia, pazzia e disturbi mentali vari.
Elisabetta, dal canto suo poteva confidare in una intelligenza fuori dal comune; sin da piccolissima parlava molte lingue diverse.
LE PASSIONI DI ELISABETTA
A lei fu affidato il Castello di Sarvar in Ungheria che “arredò” come una grande camera di tortura.
ELISABETTA ebbe numerosi amanti e nessuno poteva aggirarsi nelle sue terre, senza caderne vittima, sventurato.
Partecipando alle numerose orge, Elisabetta col tempo scoprì quale fosse la sua vera passione: torturare le giovani fanciulle col seno grande.
Ma nessuno veniva risparmiato dai perversi giochi di Elisabetta, persino le galline nere erano sue vittime, che venivano colpite a morte a suon di bianche verghe.
Se una domestica commetteva anche la minima mancanza, era la fine.
Il destino cui andava incontro era una lunga lista di insopportabili sofferenze, che lei stessa inventava e metteva in atto divertita, come conficcare spilli sotto le unghie, bruciare le dita, spingere le sue membra su paletti appuntiti…
In pieno inverno, si racconta che la contessa si dilettasse a far correre le giovani fanciulle nude nei giardini del palazzo per poi far versare su di loro acqua che, congelandosi, le trasformava in statue di ghiaccio…
LA MORTE DI ELISABETTA
Accusata dei danni più spaventosi da 650 giovani vittime fu condannata alla reclusione a vita dentro una della sue torri fornita solo di una feritoia per passarvi il cibo.
Qui la contessa morì nel 1614, secondo la leggenda per “astinenza” da sangue di vergine.