Gli edifici hanno un grado di dispersione energetica pari a circa metà dell’energia globale, quindi intervenire cercando di aumentare la loro efficienza energetica, è passaggio decisivo per ridurre le emissioni di CO2: progettare nuovi edifici con impatto ambientale minimo e che richiedano sempre meno energia per poter funzionare, e intervenire con strategie di risanamento energetico sul patrimonio edilizio esistente.
Infatti le costruzioni perdurano nel tempo ed influiscono in modo decisivo sulle qualità ecologiche dei sistemi ambientali in cui sono inserite, influiscono inoltre sulle relazioni socio-culturali e sulle dinamiche economiche. L’obiettivo primario è quello di garantire un elevato comfort abitativo.
Per attuare tutto ciò, a livello progettuale, bisogna lavorare sulla qualità costruttiva utilizzando le tecniche più avanzate; è necessario porre massima attenzione agli aspetti progettuali che minimizzano lo spreco energetico: migliorare quindi l’efficienza dell’involucro, per poi valutare l’efficienza complessiva e cioè la qualità dell’involucro in rapporto alle scelte impiantistiche. Il tutto utilizzando materiali e sistemi a basso impiego di energia (di produzione, di trasporto, di posa), non dannosi alla salute perchè privi di sostanze nocive.
In sintesi questo tipo di progettazione porta grandi vantaggi al committente. Si hanno infatti:
- Costi energetici ridotti e meno dipendenti dall’andamento dei prezzi del petrolio, gas ed elettricità.
- Un maggiore valore di mercato (con una “forbice in continuo aumento”).
- Un elevato comfort abitativo.
- Un minore impatto sull’ambiente.