Il coronavirus, “confidenzialmente” definito COVID-19, LEIT MOTIV di qualsiasi disquisizione reale, virtuale, immaginaria, ipotetica dal carattere medico, scientifico, cronachistico, talora anche comico-irriverente fa dilagare parole, affermazioni, acquisizioni con una velocità ben maggiore di quanto non lo sia la sua “virulenza”.
E così accade che, prima di lui, a giungere sono le news a suo riguardo, foriere quel tanto che basti per sostenere una tesi e la sua immediata confutazione.
La verità che, almeno nel mezzo dovrebbe stare, in queste ultime ore non la si riesce a trovare, pur effettuando – strumenti di calcolo alla mano – complicati calcoli matematico-statistici tesi a ponderare i dati, per individuare quale ne possa essere la “misurata lettura”.
Niente da fare.
Il CORONAVIRUS c’è.
Si muove.
Entra nei nostri fluidi, uscendo da quelli di altri in un continuum che – chissà quando – avrà fine.
E’ notizia di questi ultimi minuti che COVID-19 fosse presente in Italia da tempo addietro, ben prima che si registrasse il primo caso di contagio.
Quanto tempo sia “addietro” non ci è lecito saperlo.
E visto che non lo si sa, noi abbiamo provato a pensarci su.
Ricordandoci che durante il periodo natalizio, era notizia circolante (solo la notizia, non il virus) che molti italiani erano “ammalati” colpiti da un VIRUS molto “strano”, dalla sintomatologia quanto meno insolita.
Poca febbre ed altalenante.
Spossatezza.
Ma soprattutto “occhi doloranti, arrossati, lacrimanti”.
Chi racconta di aver sofferto di questa affezione, dice che non è stata affatto piacevole.
Nessun raffreddamento. Nessun altro sintomo particolare, forse una leggera tosse.
Non era congiuntivite, sebbene qualcuno abbia – anche – iniziato con una terapia a base di colliri antibiotici, risultati di efficacia pari a zero.
Trattavasi – parere medico – di una forma virale, che stava colpendo molti italiani, da curarsi in primis ripristinando occhi e vista con colliri a base di cortisonici.
Molto strano, all’epoca e ancora di più adesso alla luce di quanto sta accadendo.
Ci chiediamo, dunque: non è che il COVID-19 c’entrasse già qualcosa?
Lungi da noi, fare diagnosi mediche non avendone titolo.
Non è nostra intenzione essere considerati “scopritori” di verità nascoste o robe simili.
Nostra volontà è solamente farvi partecipi di un pensiero che da qualche tempo ci sta ballando nella testa…
Voi che ne pensate?
NOI, PER ADESSO CI LIMITIAMO A CAPIRE SE SIA MEGLIO SBAGLIARCI O ESSERE NEL VERO.