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“Se conflitto continua, effetti colpiranno ogni settore economico”

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MILANO – “Se la crisi ucraina proseguirà, nei prossimi mesi e per un certo periodo di tempo, tutto il settore economico, chi più chi meno, sarà colpito da questo fatto, non solo l’energia”. Lo ha affermato il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti durante l’incontro della scuola politica della Lega, che si è tenuto a palazzo Castiglioni a Milano. “Tante materie prime che provenivano dalle zone del conflitto ma non solo, tutto il sistema produttivo portato avanti dalla globalizzazione è andato in crisi – ha proseguito il ministro -. Purtroppo la mancanza di materie prime o semilavorate in tante filiere produttive in alcuni a casi sia per la quantità sia per il prezzo mette a rischio la continuità dell’attività produttiva e purtroppo in certi settori già questa riduzione di attività è intervenuta”.

Il ministro Giancarlo Giorgetti

“Penso che la situazione sia oggettivamente seria – ha poi dichiarato Giorgetti -, lo scenario è preoccupante. Quello che dobbiamo fare assolutamente è ricordarci che dobbiamo aiutare l’offerta. Già abbiamo messo completamente sotto stress con gli ambiziosi piani ambientali ecologici a cui abbiamo aderito, per cui già c’era la rivoluzione ecologica ambientale e digitale da sostenere, anche questo ulteriore colpo dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia dipinge un quadro molto problematico in cui il governo deve fare la propria parte”. “Tanto abbiamo già fatto, ma tantissimo resta ancora da fare, in termini di sostegno al sistema delle imprese, oltre ovviamente alle famiglie. Perché tutto questo si traduce poi in un’inflazione molto elevata, che come è noto poi si traduce in una delle forme di tassazione più ingiuste che va evitata”, ha aggiunto Giorgetti.

“Mi rifiuto di credere che il futuro dell’automobile sia solo elettrico. Mi rifiuto di credere nella neutralità tecnologica. Lo scegliere l’elettrico senza se e senza ma significa affidarsi a una tecnologia totalmente in mano ai cinesi che controllano l’80 per cento delle tecnologie per produrre auto elettriche”, ha affermato ancora il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. “In Germania – ha continuato – producono sette volte i veicoli prodotti in Italia. È chiaro che lì c’è un’industria molto più sviluppata che ha tenuto bene ma che incontra le stesse difficoltà che incontriamo noi. La Germania è stata anche l’unico Paese insieme all’Italia a non sottoscrivere il documento della Cop26 di Glasgow (sullo stop alla vendita della auto con motore termico entro il 2035)”. “Bisogna aiutare da un lato a svecchiare il patrimonio di auto che vede in Italia circolare auto euro 2, 3 e euro 4 inquinanti. Bisogna incentivare l’acquisto di auto ecologiche, garantendo però a tutti i redditi di farlo, l’auto elettrica non può essere un lusso per soli benestanti”, ha aggiunto Giorgetti. “La logica degli incentivi – ha concluso il ministro – è che siano alla portata di tutti e che aiutino quel che viene prodotto in Italia”.

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