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CAMBIANO I TEMPI: ADESSO SONO SEMPRE DI PIU’ GLI ITALIANI (DATI DEL 2015) AD ANDARE IN ALBANIA PER FARE IMPRESA

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A distanza di una ventina di anni i dati offrono la possibilità di capire come sono cambiati i rapporti tra l’Italia e l’Albania. Le cifre ufficiali del governo albanese, attualmente sarebbero oltre 19mila gli italiani presenti in Albania con un permesso di lavoro o di studio per lo più impegnati in ristoranti, o che hanno dato vita ad investimenti in piccole aziende. Si tratta di un fenomeno che sta assumendo le caratteristiche di un vero e proprio boom probabilmente dovuto a un lavoro di mediazione da parte di immigrati albanesi in Italia. La verità è che l’Albania attrae molto gli operatori.

La Camera di Commercio Italiana in Albania conferma (dati del 2015) che la presenza deli operatori italiani in vari settori è fortemente in crescita. Questo sarebbe anche dovuto ad un clima simile a quello che, in Italia, negli anni ’60 fu il  “Miracolo economico”, quando le attività crescevano ed operavano.

In Albania, rispetto ad un paese che venticinque anni fa usciva fuori da un regime dittatoriale, lo cose sono veramente mutate con una crescita del Pil, stimato, di oltre il 2%. Non vi è dubbio che questo parametro non basti da solo a valutare lo stato di salute di un paese; ma può comunque indicare un profondo cambiamento di rotta. La cosa che forse colpisce di più – come sottolineano numerosi osservatori anche attraverso i media – è la burocrazia snella che, sorprendentemente, si trova in Albania: un’impresa si può aprire in un giorno e senza dover affrontare la montagna di pratiche cartacee tradizionalmente usate in Italia.

Sempre secondo quanto riferiscono su internet alcuni attenti osservatori del fenomeno albanese per cercare lavoro dall’Italia si muovono prevalentemente uomini, di età compresa tra i 25 e i 50 anni, particolarmente dal nord Italia, e molti sono avvocati, medici e architetti.

E’ chiaro che in Albania esistono alcune innegabili realtà: gli stipendi sono bassi ma, rispetto all’Italia, il costo della vità è un quarto. Natualmente in molti settori sono richiesti lavoratori specializzati che nel Paese delle Aquile mancano. E c’è un dato di fatto chiramente collegato al fenomeno del “boom” della produzione in Albania: la pressione fiscale è intorno al 15 per cento.

Grazie a tutto questo si assiste anche ad un fenomeno particolare: sono molti gli albanesi che lasciano l’Italia per tornare nel loro paese diventando anche piccoli imprenditori.

I dati del 2015 inducono all’ottimismo per i prossimi mesi (ed anche anni). L’Albania è già da tempo candidata ad entrare nell’Ue e il governo del premier Rama è partner di molte nazioni in operazioni di rilancio dell’economia dell’area mediterranea.

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