Fabrizio Pagliasco, virologo dell’Università di Milano, ci mette in guardia.
In queste ultime settimane, complice il meteo decisamente altalenante nelle sue variabili principali, sempre meno costanti, già una buona percentuale di persone è a letto con l’influenza virale.
Quantitativamente il virus ha colpito molto meno, rispetto al medesimo periodo del 2018, dimostrandosi, però, qualitativamente assai più “duro a morire”.
Si tratterebbe del virus di tipo A, che non dovrebbe – stando ai trend registrati – generare epidemie dilaganti, ma rappresenterà un nemico tremendo per gli sfortunati che ne saranno colpiti.
Negli USA l’influenza virale ha già portato alla morte un bambino.
In effetti il Dr. Pagliasco ci invita alla cautela estrema, non sottovalutando ogni sintomo e, soprattutto, riguardandosi bene alle prime avvisaglie di un malessere riconducibile allo stato influenzale, che se non riconosciuto e sottovalutato potrebbe causare anche la morte.
Una enfatizzazione iperbolica, questa, che va applicata solo ai soggetti considerati più a rischio come le persone anziane, i bambini, le donne in gravidanza e tutti colori i quali siano già affetti da particolari patologie.