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AFFARE CEZ, LA MAGGIORANZA VOTA CONTRO LE PROCEDURE ACCELERATE PER L’INCHIESTA INTERNAZIONALE

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Il parlamento albanese ha votato questa sera contro la richiesta dell’opposizione di centrodestra guidata da Lulzim Basha di introdurre con procedure accelerate un’inchiesta condotta da procuratori internazionali sul caso Cez, la società ceca che fino al 2013 gestiva l’operatore del sistema di distribuzione di energia elettrica in Albania. La maggioranza di centrosinistra del premier Edi Rama si è detta contraria “perché sia la costituzione che il regolamento dell’Assemblea nazionale, non prevede procedure oltre a quelle ordinarie per casi del genere”, ha dichiarato il capogruppo dei socialisti Gramoz Ruci.
La proposta dell’opposizione dovrebbe essere sottoposta adesso al normale iter parlamentare, nonostante la maggioranza abbia già chiarito di essere contraria a un’inchiesta internazionale. E’ stato inizialmente il premier Rama che da New York, in un’intervista concessa all’emittente statunitense Voice of America ha dichiarato che “l’Albania è un paese candidato ad aderire all’Unione europea, un paese che sta bussando alle porte dell’Ue per avviare i negoziati di adesione e con una propria legislazione che rende possibile indagare su tutto”. La stessa posizione è stata sostenuta in aula anche da Ruci, secondo cui “se bisogna convocare procuratori stranieri allora che indaghino anche su altri casi analoghi del passato”, ha dichiarato Ruci.

L’opposizione di centrodestra sostiene che l’inchiesta sul caso Cez dovrebbe fare luce sul presunto affare di corruzione della società ceca, che fino al 2013 gestiva l’operatore del sistema di distribuzione dell’energia. Nel caso sarebbero coinvolti politici ed alti funzionari albanesi. Al centro dell’inchiesta ci dovrebbe essere il contratto che la Cez ha firmato nel 2010 con la società Debt International Advisory (Dia) incaricata di raccogliere i debiti contratti dall’operatore del sistema di distribuzione di energia, che ammontavano a circa 200 milioni di euro. L’opposizione vuole che i procuratori internazionali indaghino anche sull’accordo fra il governo albanese e la società ceca Cez, affinché venga considerato non valido. La Cez ha comprato nel 2009, per 102 milioni di euro, il 74 per cento delle azioni dell’operatore pubblico di distribuzione di energia, ma il contratto è stato poi annullato nel 2013 dal governo di centrodestra dell’ex premier Sali Berisha, “per mancato rispetto degli obblighi”.
La Cez fece subito ricorso all’Arbitrato internazionale di Vienna, ma nel 2014 le parti trovarono un accordo per l’acquisto da parte delle autorità albanesi delle azioni della Cez (per un valore di 95 milioni di euro). Secondo l’opposizione, tale accordo avrebbe comportato danni finanziari allo stato, poiché la Cez “aveva un debito di circa 500 milioni di euro nei confronti dello stato e delle imprese albanesi”. Secondo l’opposizione il caso Cez sarebbe “il più grande scandalo di corruzione. E’ indispensabile che ci sia un’inchiesta internazionale, visto che sono sotto accusa le massime cariche dello Stato”, ha dichiarato Eduard Halimi, deputato democratico. “Quest’inchiesta è fondamentale per la pace e la stabilità del paese. Se la nostra proposta sarà respinta, allora all’opposizione nasce il diritto di ricorrere ad altri mezzi”, ha affermato invece l’ex premier Sali Berisha.

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