Mia ed il Leone Bianco. Così s’intitola il docu-film di firma francese uscito nelle sale lo scorso gennaio.
E’ la storia tormentata all’inizio, avventurosa in fieri e struggente, ma con il sorriso sulle labbra, alla fine di un legame particolare: quello di una ragazzina di nome Mia con Charlie, un raro esemplare di leone bianco.
Ma quella che vogliamo raccontare adesso non è l’intera trama del film, che per altro consigliamo vivamente di vedere, ma una storia che con “Mia e il Leone bianco” ha molto in comune.
Protagonista è, sempre il medesimo, un leone bianco, anzi due per l’esattezza.
Si tratta di due cuccioli bianchissimi, un maschio ed una femmina, nati in cattività nelle scorse settimane all’interno dell’associazione Caresse de Tigre, Rouen – Francia.
Al momento della nascita i due “piccoli” pesavano 6 chili, ma il loro corpo è destinato a crescere esponenzialmente nelle prossime settimane, raggiungendo i 250 chili (il maschio) e 150 chili (la femmina).
Simba e Nala i loro nomi; un chiaro richiamo al mondo fantastico Disney per un evento che del fantastico ha tutte le caratteristiche.
IL LEONE BIANCO
Il leone bianco deve la sua insolita colorazione ad un polimorfismo genetico legato alla presenza del gene recessivo “color inhibitor” che ne schiarisce il manto fino a renderlo color avorio, appunto.
Il leone bianco è considerato una vera e propria rarità e per questo è preda ambita di cacciatori durante i safari in terra d’africa.
Non è chiaro quanti leoni bianchi vi siano a tutt’oggi. C’è chi sostiene siano 300, chi – al contrario – parla di un numero molto minore: circa 80 esemplari.
La maggior parte dei leoni bianchi vive al sicuro nelle riserve del sud Africa, in particolar modo nella Riserva Naturale di Timbavati (quella del film) e nel Parco Nazionale Kruger.
La probabilità che due leoni fulvi diano la vita ad un leone bianco è pari al 25%, arriva al 50% se uno dei due è color avorio, mentre è del 100% solo nel caso in cui entrambi i genitori siano bianchi.
Ecco perchè questa nascita è un evento di cui gioire profondamente.