Se tutto andrà “bene”, il 3 giugno a riaprire le porte regionali saranno i Governatori di Liguria, Sicilia e Sardegna.
Partiamo da TOTI, Governatore della Liguria, che così commenta la “questione riapertura”, soprattutto quella che ha per oggetto la popolazione della Lombardia:
«In Liguria molti lombardi hanno le seconde case (omissisi) il turismo da noi vale il 20 per cento del Pil (omissisi) ed è impossibile parlare di turismo senza passaggio interregionale…».
Specificando comunque che: «La decisione spetterà al Governo ma non credo si possa tenere il Paese chiuso oltre il 3 giugno. E senza la Lombardia tutto il Paese, non solo la Liguria, non va da nessuna parte».
In Sardegna, il Presedente Solinas propone una riapertura con un “asso nella manica”.
«Anche la Sardegna vuole spalancare le porte a tutti. Quest’estate, però, oltre le ben note bellezze paesaggistiche, offriremo anche una sicurezza sanitaria di livello maggiore rispetto che altrove».
E fin qui tutto è “comprensibilmente condivisibile”.
Ma come intende concretamente muoversi Solinas?
«Noi chiediamo che i viaggiatori certifichino prima di partire la propria negatività al virus . In maniera semplice e senza costi proibitivi, che poi comunque rimborseremo, le persone dovrebbero poter fare nei laboratori della propria città o dal proprio medico di famiglia dei test che siano validati poi dalle autorità sanitarie. Ora sta al governo fare la sua parte e semplificare l’accesso ai test. Se questo verrà fatto, sarà poco rilevante che si arrivi da questa o quella regione, perché sarà certificato lo stato personale rispetto al virus».
E se questa non fosse una strategia percorribile, ecco che il Presidente della Sardegna propone un piano alternativo:
«Utilizzeremo un’app per la registrazione degli ingressi, un questionario epidemiologico per l’accesso ed un’autocertificazione oltre che gli ordinari controlli sulla temperatura»
E per andare in Sicilia, Orazio Musumeci vorrebbe introdurre il “passaporto sanitario”.
«L’ipotesi di un passaporto sanitario (onmissis) decideremo in seno alla Conferenza delle Regioni, quando arriveranno gli ultimi dati epidemiologici e si capirà se è il caso o meno di riaprire tutta l’Italia»