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Viaggio di solitudine per il commissario Casabona

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NAPOLI – “Restituirò tutto alla fine del viaggio, gli sguardi distratti che si lasciarono sfuggire l’essenza delle cose, le parole taciute che non diventeranno mai un ricordo. Restituirò l’orgoglio che mi impedì di tornare e la coerenza che nascose tutte le altre strade che avrei potuto percorrere. Restituirò le opportunità mancate come i biglietti non spesi e non ci sarà rimborso perché tutto va sempre in pari alla fine del viaggio”.

Antonio Fusco, con il suo ultimo libro “Alla fine del viaggio. Solitudine per il commissario Casabona”, sin  dall’esordio narrativo, cattura l’attenzione del lettore con una profonda riflessione sulla misteriosa ed intrigante metafora della vita: il viaggio.

Ognuno di noi ha inciso nella memoria dei momenti del passato che sarebbero potuti andare in maniera diversa, se solo le convenzioni e il senso del dovere non avessero fatto prendere il sopravvento alla realtà contingente. Ma è alla fine del viaggio che tutti siamo chiamati a fare i conti con una “questione” lasciata  in sospeso, quella che ci ha tenuto  sempre compagnia lungo il cammino dell’esistenza, il cui ricordo, mai esaurito, continuerà a tirare una corda che, forse, mai si spezzerà.

L’autore, attraverso un’attenta analisi introspettiva dell’animo umano, riesce, come solo un navigato investigatore sa fare, grazie anche alla sua esperienza di funzionario della Polizia di Stato, a scardinarne ogni singola piega.

Il protagonista, il commissario Tommaso Casabona, vive un momento delicato della sua vita privata, l’abbandono della moglie. La solitudine che lo assale, in seguito alla separazione, viene di colpo frenata da una telefonata: un uomo, privo di vita, legato su una sedia a rotelle, giace sui binari della vicina stazione.  Un nuovo caso, ricco di colpi di scena, lo riporterà a lottare, senza mai arrendersi, per dipanare dubbi e incertezze che si susseguono lungo il romanzo, fino a quando arriverà qualcuno dal lontano passato per pareggiare i conti in sospeso.

Attraverso un’affinata tecnica narrativa, intrisa di suspence, il lettore è tenuto con il fiato sospeso e, poiché la soddisfazione della sua curiosità viene continuamente rimandata, fa appello alle sue capacità intuitive per arrivare alla fine della storia, quasi in una sfida con l’autore, nel tentativo di anticipare la soluzione del caso.

Amalia Ammirati

 

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