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Vaccino ANTI-COVID. Cosa vuol dire avere un’efficacia del 90%

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Secondo il comunicato diffuso il 9 novembre dall’azienda farmaceutica Pfizer, il suo candidato vaccino anti-covid pare avere un’efficacia del 90% nelle sperimentazioni di fase 3. Che cosa significa, esattamente? In sintesi, e per semplificare, vuol dire che se si vaccinano 10 persone esposte al contagio da CoViD-19, solo una su 10 contrarrà l’infezione. La realtà dei fatti è però più complessa di così.

QUALE EFFICACIA? La Food and Drug Administration, l’ente che negli USA vigila sulla sicurezza e l’efficacia dei farmaci, ha posto come soglia minima per presentare domanda di approvazione di un vaccino anti-covid il 50% di efficacia, anche se altri enti, a partire dall’OMS, sperano in valori attorno al 70%.

L’efficacia di un vaccino misura la riduzione dell’infezione nei volontari vaccinati in confronto a quelli che hanno ricevuto un placebo. Un’efficacia del 50% significa che chi ha ricevuto un vaccino corre un rischio dimezzato di contrarre l’infezione rispetto a un non vaccinato con caratteristiche ed esposizione simili.

Esistono in realtà diversi tipi di efficacia: quella che misura la capacità di prevenire del tutto l’infezione (la più difficile da raggiungere); quella che misura la capacità di prevenire la malattia con i suoi sintomi (ma non necessariamente il contagio) e quella che misura la capacità di prevenire le forme gravi di infezione e i ricoveri ospedalieri. La maggior parte delle sperimentazioni in fase avanzata misura l’efficacia nel prevenire la malattia come obiettivo primario, e gli altri due parametri come traguardi secondari. Bisogna poi capire quanto duri la protezione offerta e per quali soggetti valga l’efficacia stimata.

Un vaccino che prevenga l’infezione avrebbe come gradito effetto non secondario anche quello di impedire la malattia e le sue forme più gravi; ma un vaccino che prevenga la malattia non necessariamente impedirebbe anche i contagi (e imporrebbe, per esempio, di continuare a usare la mascherina). Già assicurarsi un vaccino che prevenga le forme gravi di covid, specialmente negli anziani, sarebbe un traguardo importantissimo.

LA FINE DELL’ERA COVID? Con un vaccino efficace al 50%, anche se si immunizzassero tutti gli abitanti della Terra rimarrebbero abbastanza individui suscettibili per permettere al coronavirus SARS-CoV-2 di continuare a circolare. Invece, con un vaccino efficace al 90%, immunizzando il 60-70% della popolazione mondiale si potrebbe fermare del tutto la trasmissione del virus.

Per fare un paragone, il vaccino per l’influenza ha un’efficacia massima stimata del 60% (meno nel caso degli anziani), quello contro la parotite dell’88%: nel box qui sopra trovate l’efficacia di alcuni vaccini già utilizzati. Per migliorare la diffusione del vaccino anti-covid, si potrebbe pensare di abbinare la sua diffusione a incentivi economici: secondo alcuni economisti, questo potrebbe convincere anche chi superficialmente ritiene di non avere benefici personali diretti a sottoporsi al vaccino, a vaccinarsi comunque.

(di Elisabetta Intini da FOCUS del 10/11/2020)

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