Alea iacta est.
Il dado è tratto, l’accordo firmato, il REGNO UNITO fuori.
Un’epopea social-politico- economica-culturale, iniziata più di 3 anni or sono e dominata da slogan e news, molte “fake”, che si conclude – oggi – 31 gennaio 2020.
Un matrimonio breve, per i tempi storici, molto lungo per quelli che abbiano per oggetto le unioni “sentimentali”, tra coppie che siano etero, omo, di tipo civile o celebrate davanti ad un altare, in numero sempre crescente.
Ci si sposa meno e ci si separa di più…i conti non tornano…
Comunque, tornando in GRAN BRETAGNA
47 ANNI di una partecipazione, sempre e comunque molto “personalizzata”, che ha visto il REGNO UNITO, poco mischiarsi al resto dei paesi UE, fedele nei secoli al proprio mondo tradizional-regale.
E come tutti gli addii, c’è chi piange e si dispera, gli europeisti convinti, con tanto di sciarpa con impressa le due bandiere – UK ed UE – e la scritta “ALWAYS UNITED”.
E chi, diversamente, se la ride, come Nigel Farage, leader del Brexit Party, che nel suo ultimo discorso in PARLAMENTO ha dato sfoggio di un paio di calzini con sopra impresso l’Union Jack.
Da stanotte, anche le bandiere della GRAN BRETAGNA non svettano più davanti alle principali istituzioni europee, BRUXELLES, STRASBURGO, LUSSEMBURGO.
E così, dopo l’addio di MEGHAN ed HARRY, la REGINA ELISABETTA sarà ancora più sola.