A vederlo ha l’aspetto di una piccola patata “riuscita male”.
Ad assaggiarlo si rivela buonissimo, sia crudo sia cotto.
Si chiama TOPINAMBUR.
Che cos’è?
Il nome, TOPINAMBUR, deriva dalla trascrizione francese del nome di una tribù di indigeni brasiliani, i TUPINAMBA, giunti alla corte di RE LUIGI XIII.
Nello stesso periodo i TOPINAMBUR furono introdotti in Francia dal Canada; qualcuno associò la diffusione di questi tuberi all’arrivo degli indigeni, creando confusione sulla loro provenienza.
Nei seicento il TOPINAMBUR cominciò a essere coltivato anche nei giardini del CARDINALE FARNESE A ROMA.
Oggi è un ingrediente ampiamente utilizzato dai più illustri CHEF STELLATI DEL MONDO.
LE QUALITA’ NUTRIZIONALI DEL TOPINAMBUR
Molta parte del suo successo, il TOPINAMBUR lo deve alle sue indiscusse proprietà nutritive.
E’ tra gli alimenti più ricchi di INULINA, fibra vegetale che grazie alla sua azione positiva sul BIFIDO BACTERIUM favorisce la funzionalità intestinale.
Ha un BASSO INDICE GLICEMICO che lo rende particolarmente indicato nelle DIETE DIMAGRANTI e ben tollerato dai DIABETICI.
Contiene POTASSIO, molto più delle banane, FERRO E TIAMINA (VITAMIBA B1) che svolge un benefico effetto sul sistema cardiovascolare e nervoso (per questo si dice anche che faccia bene all’umore).
100 gr di TOPINAMBUR forniscono solo 80 calorie.
GLI UTILIZZI IN CUCINA DEL TOPINAMBUR
Il TOPIBAMBUR è considerato l’abbinamento ottimale per la BAGNA CAUDA, la tipica salsa piemontese a base di aglio, olio e acciughe. In questo caso, si può mangiare sia crudo che leggermente lessato; la sua nota astringente che ricorda il carciofo si accorda perfettamente con quella grassa della salsa.
Il TOPINAMBUR è perfetto nelle insalate a crudo, ottimo fritto a formare criccanti chips.
Per la sua nota aromatica, viene anche impiegato per impreziosire creme e vellutate.
Si può rosolare in padella con acciughe fresche o trifolare con aglio e prezzemolo.
Tagliato a cubetti è gustosissimo al forno.
Si accosta benissimo con formaggi stagionati come il PARMIGIANO REGGIANO o il PECORINO.