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Telefono cellulare, quasi 50 anni e non sentirli. Anzi…

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“Ciao Joel sono Martin, ti sto chiamando da un telefono cellulare”. Deve aver provato una soddisfazione enorme l’ingegnere americano Martin Cooper quando il 3 aprile 1973 pronunciò questa frase da un telefono senza fili rivolgendosi al suo rivale Joel Enger. Di certo, Cooper non poteva immaginare che con quella chiamata il telefono cellulare (poi sostituito dallo smartphone) avrebbe cambiato completamente il modo di comunicare e le abitudini private e lavorative di tutti noi.

Dal telefono di Cooper di 45 anni fa, pesante circa un chilogrammo, siamo passati ad apparecchi leggerissimi che ormai sono parte integrante delle nostre vite. Con l’inseparabile smartphone possiamo fare di tutto: inviare e ricevere foto, video, musica, film, e-mail e poi possiamo effettuare pagamenti, fare acquisti, operazioni sui nostri conti correnti e tanto altro. In alcuni casi è diventato uno strumento di lavoro fondamentale, completo e indispensabile ed in più ci consente di stare in contatto con chi vogliamo, in qualsiasi momento ed in qualsiasi parte del mondo. I più recenti smartphone, tramite un sistema di riconoscimento facciale, sono addirittura in grado di identificare correttamente il loro proprietario.

Privare un ragazzo dal proprio cellulare è la punizione che i genitori minacciano di infliggere ai figli per qualche marachella o brutto voto a scuola: questo per comprendere quanto il telefonino abbia un ruolo importante sin dalla giovane età. Senza fare retorica, il cellulare, è ormai un accessorio al quale nessuno di noi riesce più a rinunciare e senza il quale non riusciamo più a vivere, fingiamo di non accorgerci che ne siamo del tutto subordinati. Di certo il progresso e la tecnologia non si possono fermare. ma è la velocità con la quale questi cambiamenti avvengono che ci fa faticare a stare al passo con i tempi, non riuscendo a ipotizzare quelli che saranno gli sviluppi futuri.

Chissà i ragazzi di oggi, magari tra qualche anno, come racconteranno ai propri figli di quando erano giovani e che per comunicare o per lavorare utilizzavano un vecchio smartphone touchscreen che faceva solo quelle che per noi oggi sono cose straordinarie.

Paolo Paglialunga

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