La lingua più parlata nell’antica Roma era il greco.
Sebbene la lingua autoctona di Roma fosse il latino, quella utilizzata negli affari pubblici e nella vita privata, per comprare, vendere e farsi comprendere, era il greco comune che era anche la lingua ufficialmente adottata dall’élite della Urbe.
Gli antichi Romani si consideravano -diretti e privilegiati- eredi della cultura greca, di cui l’Eneide di Virgilio rappresentava la massima espressione.
Parlare greco a Roma era essenziale, anche all’interno delle mura domestiche.
La maggior parte dei testi letti dagli aristocratici era in lingua greca.
L’arte, l’archiettura, la cucina, la moda, l’orticultura, che i Romani tanto ammiravano, parlavano greco.
E, comunque, il latino parlato era ben diverso da quello che si studia oggi attraverso i classici.
Si trattava di un latino volgare e popolare ed è quello che poi ha dato vita alle lingue romanze: italiano, francese, spagnolo.