La storia dell’omosessualità che fa parte della storia.
L’OMOSESSUALITA’ NELL’ANTICA GRECIA: UN VALORE AGGIUNTO
Partiamo dagli antichi Greci.
Per loro l’omosessualità era tollerata e altamente rispettata.
La figura del bel giovane, dall’aspetto efebico, rappresentava un ideale di bellezza a cui si ispirava gran parte dell’arte figurativa e non solo.
Secondo i Greci l’omosessualità maschile serviva ad uno scopo nobile e sublime e per questo molti giovani erano molto attirati dall’idea di divenire omosessuali.
Questi, inoltre, si rivelavano guerrieri molto abili e coraggiosi, soprattutto quando si trovavano a combattere a fianco del loro compagno.
A ROMA, INVECE?
Ai tempi dei Romani, Giulio Cesare veniva descritto come “l’uomo di ogni donna e la donna di ogni uomo”.
Da cui si evince che l’omosessualità, almeno quella maschile, fosse ben vista oltre che ben in vista.
IL CRISTIANESIMO DISAPPROVA E BANDISCE…
Fu il Cristianesimo a disapprovare “per primo” le relazioni tra individui dello stesso sesso, e Dio, scagliò la sua vendetta sulla città di Sodoma; l’omosessualità fu bandita e non venne più esibita in pubblico , fino ai tempi recenti.
LA REGINA VITTORIA PUNIVA GLI OMOSESSUALI
In epoca Vittoriana si rifiutava di riconoscere anche solo l’esistenza dell’omosessualità che veniva considerata opera del Demonio e per questo veniva severamente punita.
Un retaggio che ci portiamo dietro ancora oggi, soprattutto tra le vecchie generazioni.
TRA I PRIMATI L’OMOSESSUALITA’ FAVORISCE SOCIALITA’ E SOTTOMISSIONE
Nel mondo dei Primati il comportamento omosessuale favorisce la creazione di legami sociali tra i membri del gruppo o anche una forma di sottomissione a un superiore come accade tra i galli, i cani, gli armenti.
E CHE DIRE DEL LESBISMO?
Il Lesbismo, che deve il proprio nome all’isola greca di Lesbo, non è mai stato visto con il medesimo disprezzo con cui si considerava l’omosessualità maschile, probabilmente perché associato ad una maggiore intimità e non etichettato come una vera e propria perversione.
OMOSESSUALITA’. TUTTO DIPENDE DAL DNA
BRAIN SEX e TALK LANGUAGE sono i due libri rispettivamente scritti da ALLAN PEASE e ANNE MOIR in cui si sostiene a chiare lettere che l’omosessualità è una questione di genetica e non frutto di una libera scelta.
Non solo, ma l’ambiente in cui cresciamo, in ordine al nostro comportamento sessuale, ha un ruolo decisamente marginale.
“Non è dimostrato con certezza che l’educazione influenzi la probabilità che un bambino diventi omosessuale”.
Poiché l’influenza dell’ormone maschile o la sua assenza sul cervello è la principale responsabile della tendenza omosessuale, ecco spiegato il motivo per cui gran parte degli omosessuali appartengono al sesso maschile.