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La Storia del PRESEPE

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Tradizione tutta italiana, quella del presepe. Infatti, il primo presepe lo ideò San Francesco d’Assisi nel 1223 in una grotta di Greccio nel Reatino.

I presepi viventi più belli d'Italia per il Natale 2019: dove andare

Siamo ormai alle porte dell’inverno e un pensiero assillante dominava la mente di Francesco: l’avvicinarsi della ricorrenza della nascita di Gesù.
Francesco, nella sua innata semplicità si fece audace, e durante un’udienza pontificia, concessagli per lo scopo precedentemente detto, umilmente chiese al Papa la licenza di poter rappresentare la natività.
Infatti, dopo il viaggio in Palestina, Francesco, rimasto molto impressionato da quella visita, aveva conservato una speciale predilezione per il Natale e questo luogo di Greccio, come dichiarò lui stesso, gli ricordava emotivamente Betlemme.
Era tormentato dal desiderio di dover celebrare quell’anno, nel migliore dei modi, la nascita di Gesù Bambino, giunto a Fonte Colombo, mandò subito a chiamare Giovanni Velita, signore di Greccio, e così disse:
“Voglio celebrare la notte di Natale. Dovrai scegliere una grotta dove far costruire una mangiatoia e lì condurrai un bue ed un asinello, e cercherai di riprodurre, per quanto è possibile la grotta di Betlemme! Questo è il mio desiderio, perché voglio vivere e vedere, almeno una volta, con i miei occhi, la nascita di Gesù Bambino.”

Il presepe di San Francesco che illuminò Greccio | italiani.it

Il cavaliere Velita aveva soli quindici giorni per preparare quanto Francesco desiderava e tutto ordinò con la massima cura ed ” il giorno della letizia si avvicinò e giunse il tempo dell’esultanza!”.

Da più parti, Francesco aveva convocato i frati e tutti gli abitanti di Greccio. Dai luoghi più vicini e lontani mossero verso il bosco con torce e ceri luminosi.
Giunse infine il Santo di Dio, vide tutto preparato e ne gode.
Greccio fu così la nuova Betlemme!
Con somma pietà e grande devozione Francesco se ne stava davanti al presepio, con gli occhi in lacrime e il cuore inondato di gioia.
Narra Tommaso da Celano: “Fu talmente commosso nel nominare Gesù Cristo, che le sue labbra tremavano, i suoi occhi piangevano e, per non tradire troppo la sua commozione, ogni volta che doveva nominarlo, lo chiamava il Fanciullo di Betlemme.

Con la lingua si lambiva le labbra, gustando anche col palato tutta la dolcezza di quella parola e a guisa di pecora che bela dicendo Betlemme, riempiva la bocca con la voce o meglio con la dolcezza della commozione”.

E narrasi ancora come vedesse realmente il bambino sulla mangiatoia, scuotersi come da un sonno tanto dolce e venirgli ad accarezzare il volto.

Un cavaliere di grande virtù e degno di Fede, il signore ” Giovanni da Greccio” asserì di aver visto quella notte un bellissimo bambinello dormire in quel presepe ed il Santo Padre Francesco stringerlo al petto con tutte e due le braccia.

La narrazione della visione di questo devoto cavaliere è resa credibile non solo dalla santità di colui che la vide con i suoi occhi, ma è confermata anche dai miracoli che ne seguirono: come quello della paglia di quel presepio, che serviva per sanare in modo prodigioso le malattie degli animali ed ad allontanare le pestilenze, per la misericordia del Signore.

Così ebbe origine il tradizionale Presepio che si costruisce in tutto il mondo Cristiano, per ricordare la nascita del Redentore.

(da stigliano.net)

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